A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimiliano Varricchio, ex giocatore di Napoli e Spezia. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
“La chiave della vittoria di Spalletti in Milan-Napoli? E’ stata una partita equilibrata, ma il Napoli ha avuto un approccio migliore. Il Milan è uscito fuori solo nel secondo tempo, ma sono due squadre forti e belle da vedere. Partono per fare calcio, giocare e fare la partita. Quanto è importante essere atleta nel calcio moderno? Ad una discreta qualità tecnica, oggi con ritmi più alti la parte atletica è fondamentale. Le squadre inglesi hanno un gradino più alto perché vanno a cento all’ora, vincono i duelli fisici. Solo la tecnica, da sola, non riesce ad uscire fuori se ad ogni corpo a corpo non riesci a sfruttarla e quindi diventa complicato. Petagna contro il Milan? Ha fatto una partita discreta, Spalletti lo ha messo dentro perché i difensori rossoneri sono molto fisici. Gli serviva un riferimento per giocare qualche palla morbida, per gestire il pallone e far salire la squadra. Con Mertens si gioca più sulla tecnica che sulla velocità, all’allenatore evidentemente serviva qualcuno che tenesse l’urto fisicamente. Classifica giusta? Il bello di questo campionato è che le prime tre – ma anche l’Atalanta a cui manca sempre qualcosina – sono squadre che vogliono giocare a calcio, fare la partita, senza speculare come ad esempio la Juventus sempre dietro la linea. In Europa si vedono squadre così, ultimamente anche l’Inter lo sta facendo bene e quindi servono formazioni che vogliano imporre il proprio gioco. Anche a livello fisico c’è stato un miglioramento: anche se non si è a livello delle top, il lavoro c’è stato. Perché Motta non prende in considerazione Daniele Verde? Lo utilizza a partita in corso perché fa fare il salto di qualità alla squadra. Onestamete, quando si vede giocare dà qualcosa in più ad una squadra con una qualità non eccelsa. Salta l’uomo, ti mette in porta il compagno, fa gol. Sono quei misteri che succedono, ovvero giocatori che gli allenatori si tengono per cambiare la partita, anche se sembra un peccato. Fa giocate estrose e importanti, ma evidentemente Motta pensa che non abbia la capacità di tenere i 90 minuti. Insigne ed il rinnovo? Un bel mistero, si sta protraendo troppo la situazione. Non è semplice, perché o le due parti sono disposte ad azzerare quel che è stato, oppure è difficile rimettere a posto tutto. Sarebbe un peccato per lui e per la città, ma quando si protrae per tanto non sono buoni segnali”