L’evidenza non ha tremato neanche con il trascorrere delle ore, tanto è sembrato chiaro a Lissone, piuttosto che al monitor di San Siro (e doveva esserlo anche sugli schermi di Bergamo) per non tacere del designatore Gianluca Rocchi e della sua squadra quando Massa ha annullato, su segnalazione del bravissimo Di Paolo, la rete dell’eventuale 1-1 del Milan contro il Napoli. «I gol di Bergamo sabato e Milano domenica sera sono stati correttamente annullati, la ricostruzione è chiara», il tenore dei messaggi che i vertici della CAN si sono scambiati per tutta la giornata di ieri, quando anche a mente fredda hanno vivisezionato e confrontato le immagini dei due episodi (tipologicamente uguali) che hanno acceso la brace sotto la cenere. Ottimo l’operato, come detto, di Di Paolo al VAR (diventato una certezza in materia di protocolli e monitor, altro che i VMO elargiti dall’AIA) e di Massa in campo dopo l’OFR; impossibilitato a fare altro Irrati a Bergamo con le spiegazioni avute via auricolare. Qualche tiratina d’orecchi, invece, per l’assistente numero uno a Milano, Meli di Parma, e qualcosa di più per il VAR del Gewiss Stadium, Nasca, per una errata valutazione procedurale. Rocchi e i suoi, però, sono (giustamente) convinti: gli arbitri, stavolta, escono con un punto in più e non in meno dalla penultima giornata di campionato. Una uniformità che ha del miracoloso, mai vista prima. Il gruppo sta crescendo, soprattutto per la spinta dei più giovani, un’inversione di tendenza netta data da Rocchi che sta andando (bene) per la sua strada, nonostante con i vertici dell’AIA soffino venti di Bora….
REGOLE E FILOSOFIA. I ragionamenti fatti nelle segrete stanze della Commissione Arbitri Nazionale, quella che racchiude i direttori di gara di serie A e di serie B, hanno avuto un comun denominatore. Palomino e Giroud – in ordine temporale – erano in posizione di fuorigioco punibile. Impressione avuta di pancia non appena sono avvenuti gli episodi, rafforzata dalle immagini e dalle decisioni prese, corroborata dall’analisi post-match effettuata, anche cercando confronti con i vertici della Uefa e della Fifa. decisioni che secondo Rocchi e la sua squadra sono«in linea» proprio con i due massimi organismi calcistici europeo e mondiale, guidati da Rosetti e Collina. La regola è chiara, si può interferire in mille modi con un avversario, non necessariamente rubandogli o toccandogli il pallone. Anzi, nei continui stravolgimenti della regola del fuorigioco, proprio la Fifa stabilì ad un certo punto una distanza minima sotto la quale un giocatore interferiva sempre con l’avversario (un metro e mezzo). Parametro interpretativo che poi, negli ultimissimi anni, è andato in disuso, ma potrebbe servire per capire che – appunto – «interferire con un avversario, con il pallone, con il gioco» può avere una applicazione più ampia. Figuriamoci se i due giocatori (attaccante e difendente) sono attaccati. C’è poi un aspetto filosofico, sul quale la Commissione s’è soffermata, cioè se tutto quello che è successo interpretasse in pieno lo spirito del gioco. La risposta l’aveva data, anni fa, Collina (già designatore) sulla famosa “tripla punizione” (espulsione, rigore e squalifica per la prossima partita): «Io devo solo applicare il regolamento, anche quando la regola non mi trova d’accordo».
OMBRE. Rocchi si è trovato a puntualizzare anche alcuni errori commessi in questi due episodi. Su tutti, la mancata chiamata all’OFR (la revisione sul campo) di Irrati da parte del VAR, Nasca: doveva essere l’internazionale di Pistoia a giudicare se il tocco di Palomino alle spalle di Cristante dovesse essere punibile o meno. La cosa clamorosa è che Nasca, il giorno dopo, era al video per Alessandria-Parma di B. Il VAR PRO avrebbe dovuto segnalare il potenziale fuorigioco a Irrati, con Palomino diventato “interferente” per il tocco con la mano sulla schiena del giallorosso. La decisione finale, in caso di valutazioni, spetta sempre al direttore di gara che è in campo. E proprio a chi era in campo a San Siro, nel caso specifico all’assistente di Parma, Meli, devono essere ronzate le orecchie. Ha sicuramente visto Giroud in offside, se l’istinto lo avesse portato ad alzare la bandierina a fine azione (gol di Kessie), a Di Paolo non sarebbe toccato altro che certificare l’offside, a Massa annullare la rete, per buona pace delle polemiche che sono nate. Ma stavolta destinate a rimanere nel dimenticatoio….
E. Pinna (CdD)