Ieri ad Ounas, ma spesso i calciatori finiscono nel mirino dei rapinatori

Ieri la rapina ad Adam Ounas. E’ l’ultima in ordine di tempo. I calciatori spesso sono nel mirino di banditi e rapinatori, un po’ dappertutto. A Napoli è successo a Lorenzo Insigne, nel febbraio del 2016. Il capitano fu rapinato a viale Gramsci. Era in auto con alcuni amici e la moglie. «Dedicami un gol lunedì a Firenze», gli chiese uno dei rapinatori. Un brutto momento lo trascorse anche Arek Milik nell’ottobre 2018, a Varcaturo. Nel 2019 dei ladri entrarono in casa di Allan. Andando indietro nel tempo, a maggio 2009 una rapina la subì anche Marcelo Zalayeta: l’attaccante uruguaiano fu narcotizzato, insieme alla sua famiglia. Furto in casa per Cavani nell’ottobre del 2011: nella sua abitazione non c’era nessuno. L’allora moglie Soledad decise di cambiare casa dopo quell’episodio. Nell’appartamento di via Manzoni del difensore Federico Fernandez, i ladri entrarono nel dicembre del 2013, successero le stesse cose a Zuniga e Sepe. Anche Hamsik fu rapinato: ben due volte. Come Behrami. Però in quel caso, a seguito di una indagine della Direzione Distrettuale Antimafia, le dichiarazioni del pentito Salvatore Russomagno rivelarono che quelle rapine sarebbero state opera di gruppi di tifosi con l’intento di punire i giocatori rei di non voler partecipare alle manifestazioni organizzate dagli stessi sostenitori.
Il Mattino
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