De Laurentiis a “Report”: “Alcuni club sono molto scorretti, se parlo scoppia il finimondo!”

Il presidente del Napoli attacca club e sistema calcio in maniera diretta

Giù la maschera, virtualmente, perché verrà il momento in cui poi il pallone potrebbe sgonfiarsi davvero: «E se parlo io, poi scoppia il finimondo». Quando il 16 dicembre, all’assemblea di Lega, Aurelio De Laurentiis incrocia i microfoni di Report, ci sono già un paio di argomenti che stonano, echi d’un passato recentissimo che s’avvertono e micce accese da un bel po’ che rischiano di far esplodere situazioni ormai al limite. E per lanciare nell’aria qualcosa che somigli ad un avviso o forse a una «minaccia», dopo aver rimpianto la propria villa negli States, il papà dei cine-panettoni scopre e ricorda che almeno stavolta non c’è assolutamente niente da ridere e parecchio da ridire su quel sistema nel quale è entrato diciassette anni fa e continua a ritrovarsi con le acque avvelenate.

«Ne ho le… piene, perché mi hanno impedito per due anni di andare a casa mia a Los Angeles e non vedo l’ora di tornarci verso il 20 gennaio, così mi faccio un mese rigeneratore».

Gli effetti del Covid, e non solo quelli, hanno sventrato un macro-universo che adesso boccheggia, portandosi pure appresso scelte inopportune che De Laurentiis lascia ai margini della propria lente di ingrandimento, ma comunque sistema sotto l’occhio di bue della telecamera. «Il Napoli tra i pochi club con i conti in ordine? Ce ne sono anche altri, come la Fiorentina. Se c’è concorrenza sleale? L’ha detto lei, ma non è che lo devo dire io. Ci si arriva da soli. Certo, queste sono le responsabilità della Federcalcio, nel senso che la Lega se è un’associazione di società per azioni, quindi indipendente, dovrebbe pagare la Federcalcio e la Federcalcio non dovrebbe fare nulla se non segretariato. Invece è diventato un centro di potere perché ognuno istituzionalmente si mette la medaglia»

È un Natale che porta con sé le scorie di troppe storie strane, si direbbero malate, analizzate anche da Joe Barone, il direttore generale della Fiorentina che mercoledì ha «baruffato» con Beppe Marotta, l’ad dell’Inter, e che poi a Report, per Raitre, ha provveduto a lanciare una serie di messaggi privi di allusioni e pieni di riferimenti.

«Per tutti i tifosi il calcio va riformato. Siamo in un momento di riasset. C’è un mercato e ci sono squadre che ancora non hanno pagato l’Irpef. Siamo di fronte a un problema, perché ci sono club che così sarebbero avvantaggiati: se hanno un debito con il Governo, quei soldi che servirebbero per saldare le pendenze non andrebbero utilizzati in campagna acquisti».

Babbo Natale non è ancora arrivato. 

 

Fonte: A. Giordano (CdS)

 

 

 

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