Cafu: “Maradona? Giusto intitolare lo stadio in suo onore. Ad Ibra l’età non gli pesa”

L'ex terzino di Milan e Roma ai microfoni del CdS

Venerdì sera in Qatar è sbarcato anche David Beckham, testimonial dei prossimi Mondiali. Scortato da un servizio di sicurezza da primo ministro, l’inglese è stato quasi “invisibile”. Marcos Cafu, invece, da giorni passeggia sorridente, come un turista qualsiasi, e si concede per selfie e autografi. L’ex terzino brasiliano è una delle Legends della Fifa e ieri si è fermato a parlare di Milan-Napoli. 

 

Cafu, che incontro si aspetta? «Bello intenso perché la posta in gioco è grande, anche se siamo ancora a metà campionato. Il Milan nonostante gli infortuni sta facendo una bella stagione: è stato eliminato dal girone di Champions, ma in Serie A è in alto e può vincere lo scudetto».

Chi è la sua favorita per il titolo? «Il Milan».

Davanti però c’è l’Inter che vincendo a Salerno ora è a +4. «Inzaghi l’ho sfidato nei derby a Roma quando ancora giocavamo: è diventato un tecnico forte, intelligente, e studia tantissimo gli avversari. Ha iniziato la sua carriera e nessuno credeva in lui, ma è stato bravissimo a fare piano piano il suo lavoro con la Lazio e a crescere anno dopo anno. Ora può vincere con l’Inter alla quale ha dato un bel gioco. Molto del merito di questo primo posto è suo perché crede in ciò che fa e non lascia niente al caso».

Anche Pioli sta andando forte. «Lui lavora al Milan da più tempo e si è conquistato la conferma con i risultati. E’ il tecnico giusto, al posto giusto e per la rosa giusta. Al Milan non è facile ottenere i risultati che sta ottenendo perché la pressione e le aspettative sono grandi. Pioli invece non sta sbagliando quasi niente».

E poi c’è Spalletti che al Napoli ha avuto un impatto notevole. «Fino a poco tempo fa era primo, ma ora ha perso un paio di gare ed è quarto. Niente di compromesso perché la squadra ce l’ha. Con tutti i giocatori sani, può dire la sua fino alla fine».

Stasera a San Siro mancheranno Osimhen, Insigne, Koulibaly, Fabian Ruiz… «Non pensate che per il Milan sarà facile. Anzi… Mi aspetto un match tosto perché entrambe le formazioni hanno avuto una settimana di tempo per prepararsi».

Come fa Ibrahimovic ad essere sempre decisivo alla sua età? «L’età è solo un numero se il corpo regge. Ibra è ancora a grandi livelli perché è un campione».

Da milanista le crea rammarico vedere Calhanoglu protagonista all’Inter e Donnarumma sempre su ottimi livelli al Psg? Non era meglio evitare di perdere due così a parametro zero? «Da lontano è difficile giudicare perché non è stato rinnovato un contratto. Di certo il Milan ha perso un grandissimo portiere e un ottimo centrocampista, ma hanno un grande preparatore dei portieri come Dida e Maignan è forte. In più c’è Maldini che è un fenomeno anche come dirigente. Mi fido di Paolo».

Giusto che adesso lo stadio di Napoli non si chiami più San Paolo, ma Maradona? «Bellissimo e giustissimo. Io sono innamorato del calcio e dei grandissimi giocatori e mi sembra il meritato riconoscimento per ciò che Maradona ha dato a Napoli e al Napoli».

Diego è stato il più forte di tutti i tempi? «Il più grande che ho visto e ci ho anche giocato contro quando era al Siviglia. Lo metto sullo stesso livello di Pelé. Quei due erano di un altro pianeta, anche rispetto a Messi».

La Roma ieri ha vinto a Bergamo e si è un po’ rilanciata, ma rimane distante dalle prime quattro. Perché? «Sta facendo una stagione sotto le aspettative, ma ha centrato un successo importante che a livello psicologico può trasmettere sicurezza. Speriamo…».

Si aspettava di più da Mou? «È bravo e nelle squadre dove è stato ha sempre fatto la differenza. Le sue capacità non sono in dubbio. I risultati finora non sono però stati all’altezza».

Vent’anni fa ha conquistato lo scudetto con la Roma. Che ricordi si porta dietro? «Tanti e tutti speciali. Quel tricolore era atteso da tanto tempo e lo abbiamo vinto con pieno merito. Che festa e quanto abbiamo fatto godere i romanisti…».

In campo con lei c’era Totti. Non è il momento che torni nella Roma con un ruolo importante?
«Può dare un bel contributo alla società e sarebbe bello se lo coinvolgessero. Uno così amato e universalmente conosciuto, nella sua squadra del cuore diventerebbe un valore aggiunto».

Giusto dare il Pallone d’Oro a Messi anche quest’anno?
«E’ un grande, ma quest’anno non lo meritava. Lo avrei dato a De Bruyne».

Tra i giovani italiani chi la impressiona? «Zaniolo. Quando troverà un po’ di continuità, diventerà un campione».

L’Italia riuscirà a qualificarsi per i Mondiali in Qatar? «Dopo l’Europeo vinto, non mi aspettavo che sarebbe arrivata agli spareggi. Se devo scegliere tra gli azzurri e il Portogallo, tifo per voi». 

Fonte: intervista Andrea Ramazzotti  (CdS)

 

 

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