C’è il Leicester al Maradona, partita da dentro fuori in Europa League: il Napoli deve vincere per passare il turno e affronta il match con tante assenze importanti ma Spalletti allontana i cattivi pensieri.
«L’unico problema di cui devo preoccuparmi è quello dei valori morali dei giocatori, dell’energia che devono esprimere ogni volta che entrano dentro lo spogliatoio, della voglia di mantenere la schiena dritta e di prendere a calci quelli che sono i momenti in cui le cose non ti vanno bene e di non accettare le situazioni che a volte determinano i risultati. Per quello che vedo i miei calciatori sono in salute. Poi è chiaro che in un momento dove qualche risultato scricchiola la divisa del Napoli diventa un pochino più pesante e c’è da esibire una forza mentale superiore e da mantenere la testa lucida per riconoscere le potenzialità che si hanno».
Una partita da dentro o fuori rischia di aumentare le proprie fragilità?«Sì, però poi ci vuole una motivazione enorme, un senso di appartenenza, una considerazione corretta di quella che è la propria autostima: per noi tutte le partite sono da dentro o fuori e se siamo a questo punto è proprio perchè all’inizio abbiamo commesso una leggerezza. Questa gara lo è realmente da dentro o fuori: noi veniamo dalla partita contro l’Atalanta e io visto come eravamo messi ci trovo un balzo in avanti e non una scoria per la prossima perché abbiamo fatto le cose in maniera corretta e i dati dicono che siamo stati al livello dell’avversario. Poi in una partita ci sono gli episodi e si ci arrivi con la testa giusta è facile andarne a sfruttarne qualcuno».
Prevendita bassa per il match contro il Leicester, match in cui potrebbe far riposare che ha giocato più degli altri nelle ultime partite come Mertens e Zielinski?«Se si fa un confronto anche con gli altri stadi, quando si gioca di giovedì alle 18.45, stride da tutte le parti. Siamo in 14 per questa partita, il problema è generale sono difficoltà di tutti e bisogna abituarsi e in più c’è il fatto che rientrare dopo 10 giorni di stop per il Covid non è semplice. Quando entri durante la partita hai le stesse responsabilità di quando giochi dall’inizio e muscolarmente rischi di più perché vai sempre al massimo. Quindi prima o dopo giocheranno tutti e faranno la loro fatica. Siamo una rosa forte e se alla prima spallatina andiamo giù allora come possiamo dire di essere forti? Poi dentro la partita vedremo il tipo di forza e di mentalità che abbiamo. Dentro e fuori dal campo ho visto un atteggiamento corretto: se si vuol scrivere una bella storia ci vuole molta fatica e la stiamo facendo con la considerazione dei momenti che si attraversano come questo».
Come stanno Demme e Politano, Fabian Ruiz e Insigne sono recuperabili per domenica contro l’Empoli?«Demme e Politano stanno meglio, hanno fatto degli allenamenti in più e il loro livello di risposta si è alzato. Insigne e Fabian Ruiz proviamo a recuperarli per domenica, non sarà facile ma faremo tutto il possibile».
E Manolas?«Verrà in panchina, non può fare i 90 minuti dopo il problema che ha avuto: se ci sarà bisogno entrerà nel finale di partita».
Con il Leicester riproporrà il modulo con la difesa a tre che ha scelto contro l’Atalanta o tornerà al sistema di gioco utilizzato in precedenza?«Quando la palla ce l’hanno gli altri devi un po’ adattarti, se una squadra propone in tre davanti è meglio stare dietro a quattro, se stai a 5 concedi un giocatore in mezzo al campo. Quando sei in fase di possesso puoi fare un po’ quello che ti pare, sia con il centrocampista che torna dentro ai due centrali che con il mediano tra un centrale e un terzino come fa anche l’Atalanta. Pure il Leicester fa entrare un centrocampista fuori linea dal centrale per ampliare il raggio di azione sulla costruzione».
Rrahmani ha detto che in queste partite si vedono i giocatori veri.«Sì, è una di quelle partite che fanno la radiografia all’anima che hai: è un dentro o fuori e sei costretto a non rimandare alla situazione successiva perché il risultato rimane. Il tuo carattere deve essere di quel livello lì, se non resistiamo allora sei poco forte, bisogna sempre vedere che tipo di prestazione verrà fatta. Ogni partita ha in gioco un pezzo della nostra storia. Poi se si va fuori dall’Europa non si deve dare niente a nessuno, non ci sono debiti verso nessuno. Però è chiaro che c’è la moralità verso i tifosi di una competizione dove potevi stare dentro e rimarrà nel tuo curriculum se sei uscito in quell’anno nei gironi». R. Ventre (Il Mattino)