Quanto manca? Nella testa, dev’esserci il ticchettio dell’orologio, e dinnanzi a sè – adesso, finalmente – c’è quel verde abbagliante dell’erba, la luce dell’alba di questi nuovi giorni: il peggio è alle spalle, è nell’ombra d’una sera pallida e dolorosa, il 21 novembre, che va perdendosi, nonostante porti ancora in se la sofferenza d’una domenica sbagliata. E mentre (ri)entra in campo, incurante del freddo e della pioggia, Victor Osimhen sente d’essere rinato in una nuova vita:
«Ringrazio Dio e apprezzo sinceramente chi ha avuto un pensiero per me. Però adesso non ci si può soffermare sul passato, guardiamo avanti per fare grandi cose in futuro. Una menzione particolare va al professore Gianpaolo Tartaro e grazie a tutto il Napoli».
A. Giordano (CdS)