Luciano Spalletti: “Siamo forti? Dobbiamo confermarci come contro l’Atalanta”

Il tecnico del Napoli carica l'ambiente in vista del Leicester

D entro o fuori: e in una notte intera, c’è la sintesi d’un momento, c’è il calcio – anche avvincente – che spinge a non intrufolarsi dentro calcoli improbabili, e ci sono sensazioni per se stessi e per chi gira intorno al Napoli, affinché si possa capire altro ancora. « un po’ la radiografia dell’anima».

In quest’ora e mezza in cui non verranno concessi poi ulteriori appelli, c’è da vincere o da illanguidirsi almeno un po’, ripensando a ciò ch’è stato – lo Spartak, il destino – e a tutto quello che invece non potrà cambiare.

«Io, come allenatore, se ripenso alla partita con l’Atalanta, sono contentissimo. Gli episodi ci hanno puniti e ci sta. Ma la prestazione è stata di livello pari a quella del nostro avversario. E allora, visto che tutti ci dicono che siamo forti, noi abbiamo il dovere di dimostrarcelo: poi, accada quel che accada».

E mentre si avvierà verso la panchina, e si guarderà dentro, Spalletti saprà che potrà succedere di tutto, riempirsi d’una gioia controllata oppure perdersi per un attimo dentro i fumi della delusione: Napoli o Leicester, è scritto nelle tenebre che hanno avvolto uno stadio nel quale, ma da spettatori, entreranno Osimhen e Anguissa, Fabian Ruiz e Insigne, Koulibaly e Lobotka, Zanoli edun Ghoulam che, nel momento in cui vennero stilare le liste, apparteneva ancora al «club degli acciaccati».

«Io vedo i ragazzi in salute, ma è chiaro che – visti i problemini e qualche scricchiolio prodotto dai risultati – la divisa del Napoli finirà per pesare più del solito. Ma chiedere a loro di essere quelli di sabato sera, di restare lucidi, con la testa libera, di lasciarsi guidare dal senso di appartenenza ch’è stato largamente dimostrato in questi mesi».

E di provarci, a modo loro, più 4-2-3-1 che 3-4-3, perché ritrovandosi nel suo habitat naturale, possa servire sfilare poi, alla fine, in un «Maradona» appagato.

«Per me, con l’Atalanta, abbiamo fatto un gran passo in avanti, ho ricevuto risposte vere. È chiaro che essere qui, in questa condizione, vuol dire pure che qualcosina si è sbagliato nelle prime gare, però non pensiamoci, guardiamo avanti, pensiamo a vincerla, tiriamo fuori il nostro carattere. In ogni partita c’è in ballo un pezzo della nostra storia, siamo qui per onorarla, per dare soddisfazione alla società e ai tifosi».  Fonte: CdS

 

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