Carmine Esposito, ex calciatore, ha parlato oggi ai microfoni di “1 Football Club” su 1 Station Radio. “Petagna renderebbe meglio in un altro assetto, come caratteristiche non è adatto al gioco di Spalletti. Un peccato sia per il Napoli che per il ragazzo. Gli azzurri avrebbero bisogno di una punta che possa sostituire Osimhen. Europa League? Dopo le due batoste, pareggio Sassuolo e sconfitta Atalanta, e con il Milan fuori dalle competizioni europee, non sarebbe male concentrarsi solo sullo Scudetto, come accaduto lo scorso anno per l’Inter e come accadrà, ora, per i rossoneri. L’unica rosa all’altezza di poter competere su più fronti è quella a disposizione di Simone Inzaghi, la quale mi sembra anche la più accreditata per vincere lo Scudetto. La stagione del Napoli è stata influenzata da questi infortuni che, complice anche la Coppa d’Africa, renderanno a Luciano l’organico al completo solo alla fine di febbraio. Si è parlato troppo di un Napoli imbattibile, alla fine hanno vinto i gufi (ride, ndr). Scherzi a parte, l’infortunio di Osimhen sta pesando, il ragazzo sposta gli equilibri ed è in grado di farti vincere una partita anche se stai giocando male, grazie alle sue caratteristiche. L’importante, comunque, è restare nel gruppone di testa fino a quando non saranno tutti a disposizione di Spalletti, per poi giocarsi il tutto per tutto da marzo in poi. Empoli? È la prima società che, in Italia, riesce a stare stabilmente tra Serie A e Serie B da trent’anni. I meriti sono tutti del presidente Corsi che, oltre ad essere un grandissimo imprenditore, è un ottimo presidente. Le società italiane dovrebbero prendere esempio dai toscani, bravissimi nello scoprire giovani di mercato italiano, a differenza di quelli che vanno ad acquistare i giovani stranieri. Al pari dell’Empoli c’è solo l’Atalanta di Percassi. Parisi? Mi piace molto, però credo che prima di approdare al Napoli dovrebbe fare un passaggio intermedio. Il ragazzo ha le qualità per giocare in una piazza importante, ma non tutti sono pronti per fare il grande salto come Di Lorenzo. Secondo Silvano Bini, colui che scoprì, fra i tanti, Montella e Di Natale, i giovani napoletani sono i migliori d’Italia, perché hanno fame e vivono di calcio. Mi raccontava sempre che scendeva in Campania con un pullman vuoto e risaliva con tutti i posti occupati da giovanissimi talenti”.