L’editoriale di Barbano sulle pagine del CorrSport commenta il momento del campionato di serie A per le prime posizioni:
“Quattro squadre in quattro punti, poi la Roma quinta a nove lunghezze dal quarto posto, in una classifica che si allunga e che, già prima della fine del girone d’andata, seleziona le candidate allo scudetto. Tutte hanno le stesse chance. Perché, con sia pure alterne condizioni di forma, Milan, Inter, Napoli e Atalanta fanno un campionato a parte. Per qualità del gioco, personalità dei calciatori leader e ampiezza dei rincalzi.
Messa così, la sfida per le qualificazioni Champions è già ipotecata dal divario tra il quartetto di testa, da ieri guidato di nuovo dal Milan, e il resto della serie A. Se ne è avuta
La terza domanda: è concepibile una versione soft del pressing, per cui due giocatori lo fanno e altrettanti no? Perché, al netto della differenza di valore tra Inter e Roma, ciò che colpisce è il disordine tattico dei giallorossi. Dietro i cui movimenti in campo si fa fatica a vedere un qualche disegno. Tant’è vero che, quando pure sono possessori di palla, impiegano sempre un tocco in più del dovuto a disfarsene, come se ogni scelta individuale fosse per loro nuova e indecifrabile. Cosicché, quando un gol preso a freddo deprime la loro carica motivazionale, non sembra restare più niente a tenere insieme il gruppo.
Questa considerazione suggerisce un quarto e ultimo quesito. L’indisciplina di Zaniolo, ieri quanto mai privo di sponde, è figlia di una sua inguaribile incompiutezza o dell’incapacità della squadra di sfruttare il suo indiscutibile talento? Piuttosto che istruirlo con qualche panchina, forse Mourinho dovrebbe mettere in discussione il modo in cui la Roma gioca, o piuttosto non gioca, attorno a Zaniolo.
Per l’Inter vale il discorso opposto. I nerazzurri si muovono come quegli attori di un’opera
Quella del Napoli è un’altra sconfitta incoraggiante, per dirla con un ossimoro. Senza Insigne, Koulibaly, Osimhen, Anguissa e Fabian Ruiz, gli azzurri combattono ad armi pari contro un’Atalanta allo zenit della condizione, rimontando un primo svantaggio grazie a due capolavori di Mertens. Che regala, con un tocco in torsione, l’assist a Zielinski per il pareggio, e poi porta il Napoli avanti, beffando Musso dopo una fuga in contropiede. L’Atalanta vince perché, al completo, è più forte di una squadra decimata, ancorché non sfigurata, dalle assenze dei migliori. Ma con Spalletti il carattere del Napoli non è più una fiammata d’orgoglio destinata a spegnersi presto. È piuttosto una virtù professionale, frutto di sacrificio, organizzazione e spirito del collettivo.
Tutto questo non basta contro una formazione competitiva come quella costruita da Gasperini, con la stessa caparbietà e intelligenza tattica. Poiché alcuni limiti degli azzurri sono insormontabili. E alcuni difetti non sono stati fin qui corretti, come l’arrendevolezza di
L’Atalanta è la squadra più fisica del campionato, non solo perché più prestante, ma perché strategicamente cattiva. Capace, come ha rilevato correttamente Spalletti, di fare falli nella meta campo avversaria, senza prendere l’ammonizione, per impedire le ripartenze degli avversari e imprimere soggezione. È una tattica psicologica che, anche ieri, ha funzionato contro un Napoli privo delle sue più mature personalità. C’è ancora tempo per crescere, e rifarsi”.
Fonte: A. Barbano CdS