Ha perso più di cinque minuti, perché Koulibaly di uscire dal campo non ne voleva sapere. Meno male che alla fine si è arreso alle insistenze del medico Canonico e di Spalletti. Altrimenti, altro che le quattro settimane di stop che ieri gli sono state diagnosticate dopo gli accertamenti che confermano i timori di mercoledì notte: il difensore ha una distrazione di secondo grado al bicipite femorale della gamba sinistra. Come già ampiamente previsto ieri, sul 2021 di Koulibaly cala il sipario. E tenendo conto che partirà per la Coppa d’Africa, magari anche non completamente guarito, e sperando che il Senegal non arrivi fino alla finale (prevista per il 6 febbraio), tornerà a indossare la maglia azzurra tra almeno due mesi. Un disastro. Una iattura. E domani sarà piena emergenza, perché come nei dieci piccoli indiani, i giocatori del Napoli si contano e scoprono che contro l’Atalanta sarà piena emergenza. Nel migliore delle ipotesi, recupera Fabian Ruiz (che ha una tendinopatia assai fastidiosa). Ma tutto dipenderà dall’allenamento di quest’oggi. Difficile, quasi impossibile, poter puntare su Lorenzo Insigne che patisce il solito problema al polpaccio che si porta indietro da un po’: il rischio che possa avere una ricaduta è assai alto e, nella migliore delle ipotesi, potrebbe andare in panchina nella sfida a Gasperini. Ma qui non è questione di lanciare in alto una monetina e fare testa o croce. Luciano Spalletti deve fare le sue scelte in base anche ai potenziali pericoli di stop. Perché altri piccoli indiani eliminati farebbero sprofondare il Napoli in un incubo simile a quello di appena un anno fa. P. Taormina (Il Mattino)