Gabriele Gravina, il presidente della Figc, è a bordo campo mentre inizia la cerimonia. Parla Careca dal maxi-schermo: «Quella squadra resterà sempre viva, come sempre vivo resterà Diego», dice. Il momento più spettacolare è il super gioco di laser che è stato fatto realizzare da Artech del napoletano Luca Toscano. L’ospite d’onore è Gianni Infantino: arriva verso le 19,25 e lo aspetta al varco d’ingresso proprio De Laurentiis, con cui poi vedrà la partita. Infantino parla a Dazn: «Tutta una città, tutto il mondo intero si stringe attorno a Diego, è una emozione unica quella che stiamo provando: ci ha fatto innamorare del calcio a tutti, non solo quelli del Napoli, lui ha avuto un talento unico ed è stato personaggio straordinario». Ovvio che si parli anche dell’Italia. «I club italiani non sono quelli degli anni 80 del presidente Ferlaino e di Maradona, ma con qualche piccolo accorgimento può tornare al top. Ma la serie A è uno spettacolo, la passione che c’è qui non c’è in altri posto del mondo». Non si sbottona quando parla della Nazionale ma tira acqua al suo mulino: quello del sogno di un Mondiale ogni due anni: «L’Italia deve fare un paio di spareggi, è dura per l’Italia ma è dura anche per gli altri, stiamo discutendo se far giocare la Coppa del Mondo ogni due anni, magari questa è una cosa che può aiutare a far crescere il movimento, chi non si qualifica adesso magari ha solo due anni per rifarsi». Ma è la notte di Maradona, De Laurentiis è quasi sotto al braccio di Ferlaino. Ed è la prima volta che questo incontro avviene allo stadio. «Mica tutta Italia era felice per Maradona e le nostre vittorie. Presi un wiskie a Barcellona per festeggiare e il barista mi disse che avevo preso uno con la pancia e che mi ero fatto fregare. Uscii da quel bar col mal di stomaco e non ho più toccato un wiskie in vita mia». Ride anche De Laurentiis. «Siamo primi ma di scudetto non voglio parlare, sono scaramantico e i traguardi si tagliano alla fine. Testa bassa non mollare mai». E svela il suo rito. «Vero, ho accarezzato il piede sinistro della statua. Perché un piede così importante non può che essere un viatico per cominciare bene ogni volta. Quando si scende in campo, non solo nel calcio, bisogna scendere con il piede giusto. E il sinistro di Maradona è sicuramente quello giusto. Perché il suo era un piede d’oro, come quello della statua». E a fine partita il tweet del patron: «Vittoria straordinaria nel nome di Maradona». Fonte: Il Mattino