La pagella azzurra – Una cattiva e una buona notizia. La cattiva è che il Napoli perde la seconda
5,5 Meret
Il rigore, e va bene: è sempre una lotteria. Ma sul raddoppio dello Spartak potrebbe sicuramente fare di più. Parte con un attimo di ritardo e il pallone gli sfila accanto per questione di centimetri. Vorrebbe avere l’occasione per redimersi, ma da quel momento in poi non si vedono più russi dalle sue parti.
6 Di Lorenzo
A tutta gamba e a tutta fascia. Ma quasi non fa più notizia. Perché l’impegno che mette in campo è da medaglia al valore. Segna anche un gol, ma è in fuorigioco per questione di centimetri e a momenti si inventa anche l’eurogol con un tiro a giro col mancino che finisce largo di poco oltre la traversa.
5 Koulibaly
Ancora ci si chiede chi stesse marcando in occasione del raddoppio dei russi. Sobolev quasi non ci crede quando il pallone gli arriva comodamente sulla testa e lui è in beata solitudine al centro dell’area di rigore. Kalidou prova a rifarsi con qualche uscita palla al piede, ma non basta.
6 Juan Jesus
Sui gol non ha responsabilità e il suo lo fa senza battere ciglio. Al fianco di Koulibaly sembra quasi quasi che sia lui l’uomo di riferimento. Non lo saltano mai e quando riesce aiuta i compagni anche in fase di spinta. Nel secondo tempo recita la parte dello spettatore non pagante perché di pericoli non ce ne sono.
6 Mario Rui
Moses lo salta come un palo dello slalom gigante e mette in mezzo il pallone del raddoppio. Poi, però, il portoghese cresce a dismisura. Ispira il gol che riaccende le speranze con una cavalcata imperiosa, e quando Spalletti lo sposta a fare il regista non sbaglia un pallone.
4,5 Zielinski
Due occasioni da spingere in porta, due occasioni sprecate in maniera clamorosa. Certo, sulla prima è bravo Selikhov con la manona, ma nel secondo tempo spara il pallone direttamente nella Tundra. Il resto della partita è un mix di errori molto gravi ed errori mediamente gravi.
5 Lobotka
In versione casellante: con un fallo a due passi dentro l’area di rigore, alza la sbarra del Telepass e apre le porte dell’autostrada allo Spartak Mosca. Non va meglio nella ripresa, perché il Napoli cresce ma l’apporto dello slovacco è praticamente pari a zero.
4,5 Lozano
Deve essere rimasto con la testa in Messico. Perché dal rientro dopo la sosta per le nazionali non si è ancora visto. Bel problema considerando che Politano ha il Covid. Contro lo Spartak gioca sì, ma a nascondino. Nemmeno quando si sposta sulla trequarti riesce a incidere.
4,5 Mertens
Niente magie, anzi. Prova a galleggiare alle spalle di Petagna, ma affonda presto tra le maglie dello Spartak. Non si hanno notizie di guizzi, giocate e colpi capaci di invertire il trend della gara. Prestazione tutt’altro che incoraggiante in vista della lunga assenza di Osimhen.
6 Elmas
Capelli lunghi, fascetta, maglia numero 7: a guardarlo da lontano l’illusione ottica è che sia tornato Cavani. E infatti segna pure. Ma, come detto, si tratta solo di un’illusione. L’impegno non si discute, ma nel menù del giorno ci sono anche tanta imprecisione e poca cattiveria nei contrasti.
5,5 Petagna
Passa il primo tempo a fare a sportellate con i difensori russi senza riuscire a beccarne una di numero. Nella ripresa spizza per Di Lorenzo e ispira un gol irregolare, poi incarta il regalo per Elmas che questa volta è in posizione buona e accorcia le distanze. È un attaccante, ora deve fare gol.
6 Rrahmani
Nemmeno il tempo di prendere posizione che deve metterci la testa per deviare una punizione insidiosa al centro area. Con il suo ingresso in campo il Napoli cambia modulo: difesa a tre e tutti in avanti a cercare disperatamente il pareggio. D’altra parte da difendere non c’era più nulla.
5,5 Spalletti
Lo spogliatoio del suo Napoli sembra essere un lazzaretto. Parte con 11 giocatori e alla fine ne cambia soltanto uno. Cerca di friggere il pesce con l’acqua affidandosi alla coppia d’attacco Mertens-Petagna. D’altra parte di alternative lì davanti non ce ne sono e con Fabian affaticato gli tocca anche doversi affidare a Lobotka dal primo minuto e lo slovacco ringrazia con l’ingenuità del fallo da rigore.
B. Majorano (Il Mattino)