Avenida Amancio Alcorta y Luna, Buenos Aires. Sede della polizia scientifica, dipartimento di anatomia patologica. È qui che si trova il cuore di Maradona, espiantato il 25 novembre 2020 per essere analizzato nell’autopsia iniziata sei ore dopo la sua morte, avvenuta alle ore 12 argentine nell’appartamento del Barrio San Andres a Tigre. Confermata dal sito argentino Infobae.com la rivelazione del medico e giornalista Nestor Castro, autore del libro La salute di Diego. Con un’aggiunta: sono stati espiantati anche il fegato e i reni di Maradona, come il cuore conservati nella sede della polizia scientifica. «Si segue questa pratica quando sono necessari approfondimenti per stabilire la causa di una morte», hanno spiegato fonti investigative. Per chiarire dubbi che resistono a distanza di un anno, con un’inchiesta della magistratura. Nel 2020 non era stata data notizia dell’espianto degli organi di Diego – morto per insufficienza cardiaca acuta con edema polmonare – per una questione di rispetto nei confronti della famiglia ma anche per ragioni di sicurezza.
ASSALTO EVITATO
È confermato, infatti, che esisteva un piano della hinchada tripera – la tifoseria ultrà del Gimnasia La Plata, la squadra che stava allenando Maradona prima di essere sottoposto a un intervento chirurgico alla testa – per effettuare un blitz e rubare il cuore del Campione. Una notizia choc diffusa dal dottor Castro nel corso di un’intervista televisiva. Il 2 dicembre dello scorso anno i funzionari della polizia scientifica di Buenos Aires ne misero al corrente i magistrati Cosme Iribarren e Laura Capra che si erano recati nei loro uffici: vi erano posti di blocco nella zona proprio perché era arrivata la notizia di un possibile blitz. Fu considerata un pericolo reale, non soltanto una voce circolata sui social.
Gli organi di Diego sono stati chiusi in flaconi con formaldeide e saranno custoditi per almeno 10 anni. «Poi bisognerà vedere come procedere perché stiamo parlando del cuore di Maradona, non una persona qualsiasi», hanno sottolineato le fonti investigative contattate da Infobae.com. Come è noto, il cuore del Campione era dilatato: pesava 503 grammi, quasi il doppio di quello normale (300), e presentava numerose cicatrici, i segni di microinfarti subiti negli anni anche per l’abuso di cocaina.
Sulla base degli approfondimenti della commissione medica incaricata dalla procura di San Isidro vi sono sette indagati – medici, infermieri, coordinatori sanitari – per la morte di Maradona. F. De Luca (Il Mattino)