Il collegio composta da Luca Fabrizio, Bruno Piacci (l’arbitro scelto dal Napoli) e Francesco Macrì (scelto da Hysaj e dalla Marat di Mario Giuffredi) ha depositato la decisione: non una multa di 61 mila euro, chiesta dal Napoli, ma di 40 mila euro. Perché è vero che ha preso parte alla sommossa, ma non è indicato tra i promotori (o istigatori) dell’ammutinamento, non risulta che abbia offeso i dirigenti e non tentò di aggredire fisicamente i dirigenti. Non solo. «Dopo l’episodio si attenne scrupolosamente a tutte le altre direttive societarie e dell’allenatore», si legge nella sentenza. In queste ore lo staff legale che assiste l’albanese sta valutando se ci sono le condizioni (complicatissimo) per impugnare il lodo al tribunale civile. Un provvedimento che riconosce ai vertici del club la titolarità a poter ordinare un ritiro, perché è dei vertici il rischio imprenditoriale e quindi non solo l’allenatore può ordinare un ritiro (era la tesi difensiva di Hysaj). Il collegio spiega anche che la decisione di mandare tutti a Castel Volturno non aveva «intento discriminatorio-persecutorio». Insomma, scrive il collegio, «la direttiva di portare la squadra in ritiro dal giorno 5 novembre al 10 novembre appare legittima in quanto sorretta da adeguate motivazioni contingenti e priva di qualsivoglia intento punitivo».
P. Taormina (Il Mattino)