Moggi, ex DG Napoli: “Era incredibile, aiutava chiunque. Perderlo è un peccato”

Era il 7 novembre del 1990. Era un altro Spartak Mosca-Napoli. Era anche un’altra competizione. Ma quella partita è entrata nella storia per l’arrivo col giallo di Maradona. Direttore generale di quel Napoli era Luciano Moggi, che dopo quella trasferta con telenovela decise di lasciare definitivamente il club azzurro.

Che tipo era Maradona?
«Quando era se stesso era un uomo impagabile, però aveva una doppia personalità e la seconda a me non piaceva. Quella volta a Mosca venne fuori la seconda, purtroppo. Era immarcabile in campo e pure fuori. Se avesse fatto la vita da professionista avrebbe giocato fino a 50 anni, altro che l’Ibrahimovic di oggi. Era di una classe superiore, ma negli ultimi anni non si allenava mai. Non riusciva ad essere un professionista serio. Mi faceva tenerezza e gli volevo bene. Era sempre in conflitto tra il bene e il male e circondato dalle persone sbagliate: aveva troppe amicizie che non funzionavano. Mi ha fatto dannare tanto da dirigente, ma mi ha dato talmente tante soddisfazioni in campo che non posso che ricordarlo con un affetto infinito».
Sta per ricorrere il primo anniversario dalla morte di Diego: cosa ci ha lasciato?
«Abbiamo perso il più grande giocatore del mondo. Uno di quelli che aveva un grande cuore così. Era incredibile: aiutava chiunque. Avrebbe dato il suo cuore alle persone che ne avevano bisogno. Perderlo è stato davvero un enorme peccato».

 

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Fonte: Il Mattino – B. Majorano

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