Nonostante tutto. Nonostante la sconfitta e i due infortuni che coincidono con due assenze gravissime: «Insisto sulla mia idea estiva: al di là della sconfitta con l’Inter, la mia favorita per lo scudetto resta il Napoli». Salvatore Bagni, ex centrocampista degli Immortali azzurri del Diego e prima ancora proprio dei nerazzurri, valuta il campionato ma non lo rivaluta alla luce dei risultati sull’asse Firenze-Milano:
«Ho sempre puntato sul Napoli e continuo a farlo. A seguire vedo l’Inter e poi il Milan».
L’Inter in seconda linea? «Sì. Ma allo stesso tempo dico che domenica mi ha impressionato: ha giocato una gran partita».
Titolo: “Il ritorno”. «Doveva vincere per rientrare nella corsa scudetto e ridurre le distanze e ha sfruttato la sua occasione reagendo anche allo svantaggio. Ora potrà contare su un calendario piuttosto favorevole».
Il Napoli, invece, è tornato da San Siro letteralmente a pezzi: sconfitto e con il peso degli infortuni di Osimhen e Anguissa. «Non puoi regalare quasi un tempo all’Inter, ma avrebbe meritato il pari per il finale. Le assenze, piuttosto, sono davvero importanti: Osi è stato imprendibile e Anguissa determinante in termini di fisicità ed equilibrio. Bisogna vedere innanzitutto come reagirà alla prima sconfitta e poi capire come si comporteranno i sostituti. Che comunque sono personaggi del calibro di Demme e Mertens».
Dura la vita di Spalletti. «La stagione è questa: anche il Milan a Firenze ha pagato le assenze di Calabria e Tomori, e non ha avuto Ibrahimovic per un bel po’: alla fine a fare la differenza saranno le rose».
I singoli, certo. «L’Inter ha un grande Skriniar, un trio d’attacco di qualità e poi Barella: è straordinario. Ha tutto quello che serve a una mezzala: due piedi, corsa, grinta, tecnica, generosità e la doppia fase. È un top, bellissimo da vedere».
Belli da vedere anche certi signori in rossonero. «Tomori: regala tranquillità come Koulibaly. Ibra: uno che sul 3-0 prende e fa due gol così. E Kessie. Ecco, anche lui e Bennacer andranno in Coppa d’Africa».
E ci risiamo: lo spauracchio Coppa. «È la mia postilla numero uno sul Napoli. Da sempre: soltanto dopo potremo capire qualcosa in più sulla lotta scudetto».
Stilerà la sua griglia definitiva a febbraio, allora? «No, il campionato continuerà a essere equilibrato fino a marzo. Con una certezza di fondo: i primi tre posti Champions sono già assegnati».
La Juve è fuori dalla lotta scudetto? «Per il momento sta giocando per il quarto posto, vivendo con umiltà ogni partita, e non credo che cambierà obiettivo. Troppi alti e bassi».
Si aspettava di più dalla Roma di Mourinho? «La Roma sta facendo la sua stagione: è quinta a 3 punti appena dall’Atalanta. E poi adoro Mou: si prende le responsabilità, ricompatta l’ambiente ed è credibile. Bisogna fargli i complimenti, non avendo una rosa così profonda».
E Sarri? «Ha bisogno di tempo per costruire e vincere e la Lazio è disposta a darglielo. Sono contento per lui».
Lei conosce profondamente il calcio e il mercato: a gennaio chi dovrà muoversi? «Non credo il Milan e l’Inter, di certo il Napoli. Servono un’alternativa a Mario Rui e una a Koulibaly, considerando i tanti problemi fisici di Manolas».
Vlahovic andrà alla Juve? «Non a gennaio e in estate chissà. Alcuni dicono che l’affare sia avanti, ma secondo me potrebbero muoversi anche i top club d’Europa».
Come finirà la telenovela Insigne? «Gli dispiacerebbe troppo andare via da Napoli. A 31 anni, essendo un uomo squadra che ormai incide da tanto, un club lo trova, ma io lo vedo soltanto con la maglia azzurra. Neanche nera e azzurra: sono per la tinta unita. E non credo nella pista estera».
La storia del contratto sta incidendo sul suo rendimento? «No, per niente: il quadro era già chiaro in estate. Per me sta soltanto rifiatando: con l’Inter ha servito un bellissimo assist a Zielinski, ma ci sta che da uno come lui ti aspetti di più in termini di giocate e gol».
Le sorprese del campionato? «Non immaginavo una Samp così bassa in classifica e il rendimento del Venezia. E poi ammiro Italiano: che bella, la sua Fiorentina. Farei attenzione al quarto posto Champions…».
Giovedì è un anno dalla scomparsa di Maradona. Il suo Diego. «Domenica sarò a Napoli per l’inaugurazione della statua. Allo stadio. L’ho visto felice, era sempre a casa mia: era un amico e come tale lo trattavo».
F. Mandarini. Fonte: CdS