La statua di Diego c’è, ma si vedono solo i pezzi. Verrà assemblata in settimana, pronta per essere esposta domenica 28 allo stadio Maradona davanti ai napoletani che saranno presenti per la partita contro la Lazio. Nella sala principale della Fonderia Nolana ci sono l’artista Dario Caruso, Stefano Ceci (amico di Maradona e ideatore del progetto), il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli che ci mette un secondo a diventare il protagonista della giornata. Dirige le operazioni da vero padrone di casa. Richiama i giornalisti, detta i tempi delle interviste e delle fotografie, si mette in posa e vuole sapere tutto della statua che tra una settimana farà il suo esordio ufficiale. Insomma, è in vena. «Ma siamo qui per la statua di Maradona, non si parla di calcio».
E infatti il piatto forte è l’argentino. «Maradona è il fuoco dì Napoli ed è giusto che rinasca dal fuoco»,
esordisce De Laurentiis. «Oggi uno come Diego lo vorrebbero tutti nella propria squadra, ma quanto costerebbe? Scatenerebbe un’asta pazzesca. Ha trovato in Napoli una città sconfitta da tutti i punti vista alla quale serviva un paladino. È per questo che, seppur sia andato via in silenzio da Napoli, è come se non avesse mai lasciato questa città. Come calciatore è un mito greco».
Ecco perché l’idea del patron è molto chiara per il futuro della statua. «Ne dobbiamo fare varie copie perché ne voglio mettere una anche nello spogliatoio. Così i giocatori possono fargli una carezza o stringergli la mano prima di entrare in campo. Di sicuro darà una spinta in più».
Fonte: B. Majorano (Il Mattino)