Dopo la sosta per gli impegni delle nazionali, ritorna il campionato di serie A e tra le sfide spicca su tutte il big-match del “Meazza” Inter-Napoli. Gara che dirà molto delle ambizioni delle due compagini. Di questo, ma anche del momento del calcio italiano e non solo, ilnapolionline.com ha intervistato il doppio ex del match Arturo Di Napoli.
Tu hai visto sulla panchina dell’Inter il lavoro di Luciano Spalletti. Cosa ti ha colpito in particolare del tecnico di Certaldo, ora a Napoli? “Mister Spalletti ha nei dettami tecnico-tattici, molte soluzioni e che le squadre ne usufruiscono al meglio. Anche all’Inter ha svolto un ottimo lavoro, in un contesto non facile, vista anche la questione Icardi, ma si è fatto valere con il club nerazzurro. A Napoli sta dimostrando quanto di buono fatto in passato e la squadra azzurra merita ampiamente il primo posto. Sono certo che anche dai partenopei, piazza per la quale sono legato molto, darà il suo contributo”.
Restando in casa Napoli, come commenti le parole di Lozano alla tv messicana, tra l’altro oggi corrette su Instagram? “Detto che le parole del messicano alla t.v. nordamericana, possono essere prese in un contesto o circostanze diverse, quindi interpretabili in più modi, anche dai media. Lui ha fatto bene a rettificare su Instagram, ma a mio avviso forse doveva avere più rispetto per il club. Il Napoli da anni è una società all’altezza delle più forti, come dimostrato in tante stagioni e perciò penso che forse avrebbe dovuto utilizzare concetti e tempi diversi”.
Da calciatore hai avuto l’onore di conoscere tecnici come Boskov e Gigi Simoni. Quali dote ti hanno colpito di loro in maniera particolare? “Hai fatto due nomi di persone diverse per carattere, ma che hanno fatto tanto nella carriera di allenatori. Di Boskov mi colpiva il suo modo di sdrammatizzare, aveva sempre la battuta pronta, ma al tempo stesso incideva tantissimo come allenatore. Mister Simoni era un signore d’altri tempi, lui era di carattere più flemmatico, però anche lui mi ha dato tanto. Aggiungerei anche l’avvocato Peppino Prisco, aveva sempre la battuta pronta nei confronti di Milan e Juventus, ma era anche una persona eccezionale sotto altri aspetti. Come lo era Giacinto Facchetti, personaggi che non dimenticherò mai”.
Domenica sarà un bel duello di attaccanti, Dzeko da una parte Osimhen dall’altra. Cosa ne pensi di questi due centravanti? “Dzeko è il classico bomber che gioca per la squadra, con il fisico la fa salire e riesce a incidere nei novanta minuti. Osimhen invece ha l’età dalla sua parte, è rapido, veloce ed è migliorato molto sul piano tecnico. Credo che ha ampi margini di miglioramento e sono certo che lo dimostrerà con il passare dei mesi. Caratteristiche del nigeriano? Ha un po’ di tutto, assomiglia per certi versi a Dzeko, la fisicità di Zapata e la rapidità di Asprilla. Insomma una diverse doti e il Napoli ha fatto un grande affare nell’acquistarlo”.
Sarai al “Meazza” per vedere la sfida Inter-Napoli? Cosa ti aspetti dal punto di vista tattico? “Sì, assolutamente, sarò al “Meazza” per una partita che si preannuncia molto interessante. I nerazzurri, avendo sette punti da recuperare, punteranno ai tre punti. Simone Inzaghi, che a mio avviso sta facendo un ottimo lavoro, sa bene però che e concede gli spazi al Napoli, può rischiare grosso. Penso che giocherà molto sulle ripartenze, per colpire in quei momenti che il Napoli può andare in difficoltà. Sarà comunque una partita interessante e mi auguro che possa essere uno spettacolo per chi la seguirà sugli spalti o da casa. In ogni squadra ci sono calciatori che poco se ne parlano, ma quando vengono impiegati danno il loro contributo. A Napoli sta venendo fuori Rrahamani che ha iniziato alla grande la stagione. In casa nerazzurra sono d’accordo con te che Dimarco sia davvero importante per il mister. Lui per certi versi ha fatto il percorso di Luiz Felipe alla Lazio, poco reclamizzati ma spesso decisivi quando chiamati in causa”.
Hai giocato sia all’Inter che nel Napoli. Noti delle differenze tra le due tifoserie? “Il tifoso dell’Inter spesso e volentieri soffre per la sua squadra. Quando vince lo fa alla grande, come l’anno del triplete con Mourinho in panchina. Sicuramente quando non porta a casa trofei, ci resta male, ma non manca di sostenere i suoi beniamini. La piazza partenopea invece è molto passionale, segue la squadra con grande trasporto, come tutte quelle del Sud. Io che ho avuto il piacere di vestire quei colori, so perfettamente che la tifoseria ama tanto la sua squadra e non manca mai il suo apporto”.
Infine ti vorrei chiedere sul momento dell’Italia che sarà costretta a giocare gli spareggi per andare ai mondiali? “Nessuno potrà dimenticare il lavoro svolto dal c.t. Mancini visto che ha vinto quest’estate l’Europeo. Lui e tutto il gruppo hanno regalato una grande gioia ai tifosi e quindi non credo che ci sia molto da aggiungere. E’ chiaro che nel calcio ci sono anche momenti dove la condizione non è sempre delle migliori e questo ha inciso nelle ultime sfide. Per l’Italia sarebbe importante centrare il traguardo dei mondiali, perché fallirlo per la seconda volta di fila, sarebbe davvero negativo per l’intero movimento. Io sono fiducioso e certo che Mancini e la squadra si saprà far valere agli spareggi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
RIPRODUZIONE RISERVATA ®