Accade tutto casualmente alla vigilia della sfida di Milano con l’Inter e il 26 dicembre del 2018 riemerge dal labirinto della memoria, con il rosso sventolatogli sotto al naso da Mazzoleni, incapace di fermare quell’onda anomala di San Siro, un’eco avvilente che già si era avvertita a Roma, due anni prima.
«All’inizio è difficile metabolizzare quegli episodi. Ho molta stima di Irrati, l’arbitro, che nel 2016, con un gesto molto forte, fermò Lazio-Napoli: mi diede una visione nuova del ruolo del direttore di gara, mi sorprese ma lo devo ringraziare, perché mi ha dato la forza di iniziare a combattere. E se sono diventato l’uomo che sono oggi , lo devo anche a lui».
Il resto lo fece Napoli, abbracciandolo “fisicamente” in quel San Paolo che, per aiutarlo a cancellare la delusione di San Siro, si presentò con diecimila tifosi mascherati da Koulibaly sugli spalti:
«Questa città mi ha sempre dato tutto, io voglio dare, restituire qualcosa. È la gente a rendere magica Napoli, che ha posti bellissimi. Qui sognano, dormono e mangiano calcio».
Fonte: A. Giordano (Cds)