Maradona in panchina all’Inter, la Superlega, i suoi Inter/Napoli. Moratti risponde su “Il Mattino”

Massimo Moratti intervistato da Pino Taormina per “Il Mattino”, (a breve l’intervista integrale)

I suoi Inter-Napoli?
«A San Siro sempre battaglie. Mai una partita tranquilla. Come tra sette giorni».
C’è un campione del Napoli che avrebbe voluto nella grande Inter di suo padre?
«Proprio da piccolo mi piaceva Jeppson. Feci prendere Vinicio. Lo adoravo. Herrera non lo faceva giocare mai. Ricordo solo un suo gol, a Foggia, nella prima giornata di campionato. Poi il mago davvero non lo considerava». 
Due squadre imbattute, Napoli e Milan. 
«Vanno veloci. Ma che siano lassù proprio loro due non mi stupisce. Il Napoli ha una struttura forte, il Milan ogni anno ci sorprende ma credo che alla fine dobbiamo smettere di sorprenderci. Per questo, l’Inter non può perdere terreno nello scontro diretto di domenica prossima».
La Superlega che hanno in mente Juventus, Real Madrid e Barcellona la convince?
«L’aspetto dei risultati sportivi del campo non può essere mai trascurato, ma loro giocano sul fatto che c’è una mancanza di sicurezza per poter fare investimenti importanti».
Tra un po’ sarà trascorso un anno dalla morte di Maradona.
«Un supercampione in campo, lealissimo come persona. Come un perfetto sudamericano era espansivo e sincero, io e lui abbiamo avuto un buon rapporto. Era un piacere trascorrere del tempo insieme, per parlare di calcio e non solo di calcio».
Poteva chiamarlo sulla panchina dell’Inter?
«Beh, era già occupata da altre persone di un certo spessore proprio come lui».
A proposito, Mourinho sta avendo un bel po’ di difficoltà a Roma?
«Mi sorprende ma fino a un certo punto. A Roma l’ambiente si aspetta molto da lui e la squadra deve essere costruita nel carattere e nella struttura. E bisogna lasciargli spazio, tempo. Nel calcio non si vince solo con la volontà».
Sulle polemiche arbitrali sembra che il tempo non sia mai passato?
«Il clima è totalmente differente rispetto a Calciopoli. Ma il Var non sta aiutando ad azzerare le proteste. È uno strumento nuovo, toglie delle polemiche ma poi ne fa nascere altre, forse perché proprio non se ne riesce a fare a meno. Però a me il Var non convince: esclude l’emozione immediata di un gol. E questo nel calcio è un peccato».
Ma ci fosse stato il Var quel pomeriggio dello scontro Ronaldo-Iuliano?
«Non sarebbe cambiato nulla. Neanche al Var ci avrebbero mai dato quel rigore». Fonte: Il Mattino

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