Nella prima mezz’ora Insigne non vanta nessun tiro, un tentativo di assist o già solo un dribbling tentanto. Widmer, ben coudiuvato da Steffen, anestetizzano il capitano del Napoli, arrivando quasi a sterelizzarne la capacità di partecipazione all’azione per larghi tratti della prima frazione. Un Insigne che non esce fuori dal contesto assolutamente scadente della prima frazione azzurra. Un Italia irriconoscibile, sporca tecnicamente parlando. Ad Insigne non arrivano palloni puliti, il partenopeo prova anche a studiare un’alternativa tattica. Non mettersi in asse con Emerson (soprattutto se il pallone non arriva giocabile) e lasciare il campo all’inserimento di Barella, trascinando uno dei difensori verso l’interno. È la mossa vincete. Barella si procura un calcio di punizione da quella posizione di esterno d’attacco. Dopo una prima mezz’ora difficile, la partecipazione al gioco di Insigne è molto più fitta e massiccia, anche Widmer (autore del vantaggio elevetico) si schiaccia e non scende più come prima. Prende un giallo all’alba del secondo tempo. Poi è sua la grande occasione del 76′ quando il destro a giro viene salvato da Sommer. Esce per far posto a Raspadori a 11 minuti dalla fine. P. Taormina (Il Mattino)