Vedi Napoli e poi segni. Attenti a quei due, Insigne e Di Lorenzo, l’oro del Vesuvio in azzurro. Vedi Napoli e poi segni, perché al gol che ha permesso di riaprire la partita, di rimettere il treno Italia sui binari che dirigono verso il Qatar, ci hanno pensato gli scugnizzi di Spalletti. Insigne ispiratore e Di Lorenzo come il più scafato degli attaccanti. E poi che importa se ti arriva un pugno in faccia da Sommer (altro che fallo, nel caso), se quella rete significa poterti almeno immaginarti già al check in (e che paura l’altro check, quello del VAR, per possibile fuorigioco) con in valigia gli abiti leggeri mentre lasci l’Italia che già pensa agli addobbi e al Natale del 2022. Un gol made in Naples, nato a Castelvolturno, uno schema che quei due conoscono bene. Perché è la fotocopia della rete realizzata dagli azzurri al Franchi di Firenze lo scorso 3 ottobre, settima giornata di campionato, sovrapponibile per tempi d’esecuzione e di battuta a rete.
A MEMORIA. Una cosa provata e riprovata a nei ritiri del Napoli, uno schema riportato in Nazionale, fra Coverciano e l’Acqua Acetosa, perché sempre di azzurro, alla fine, si parla. Nel gioco delle coppie, ieri sera Emerson s’è vestito da Insigne, per l’accenno e la finta iniziale, servita a spostare la difesa della Svizzera sulla punizione; Insigne ha preso i panni del compagno Zielinski, per il cross tagliato a rientrare verso l’area; Di Lorenzo si sarà sentito come Rrahmani, lui in gol sotto la Nord dell’Olimpico, l’albanese naturalizzato kossovaro sotto la curva Ferrovia del Franchi, per la rete che consegnò la vittoria alla squadra di Spalletti e alla Nazionale il pareggio dopo una mezz’ora di incredula paura. Un pareggio che lascia la situazione invariata a novanta minuti dal termine, quando la questione-gol diventerà prioritaria, dando per scontata la vittoria della Svizzera contro la Bulgaria e la nostra contro l’Irlanda del Nord. «Dispiace per il pareggio – commenta il difensore goleador – siamo entrati un po’ troppo contratti, ma poi ci siamo sistemati e abbiamo fatto la partita. Ora dobbiamo solamente pensare a lunedì, alla gara di Belfast, con la convinzione di andare lì, giocare un grande match e prenderci il posto al Mondiale». Un gol, il suo gol non può bastargli. «Una gioia personale, sicuramente, ma questo pareggio incide negativamentre sulla mia felicità. Dispiace troppo». Alla fine tutti a consolare Jorginho: «I rigori si tirano, lui lo ha fatto anche stavolta, ne ha segnati tanti, può capitare di sbagliare. Resta un grandissimo campione».
PSICOLOGICO. Insigne ispiratore, a cercare il “tiraggiro” (una volta ci è riuscito, con l’Olimpico che l’ha quasi spinto quel pallone) per poi scoprire che è bello anche vestirsi da assist-man per il compagno. Una rete che è servita soprattutto a Di Lorenzo per sbloccarsi psicologicamente, in una partita che fino a quel momento l’aveva visto soffrire sulla fascia soprattutto la velocità di Vargas. Un suo errore, con l’Italia già sotto 1 a 0, poteva costarci caro: un pallone perso sulla trequarti, ne aveva approfittato proprio l’esterno dell’Asburgo, poi Okafor aveva – per nostra fortuna – perso il tempo giusto per la conclusione. L’esterno del Napoli s’è preso il tempo per riassestarsi, per ritrovare le sicurezze (anche se nella ripresa qualche sbavatura c’è stata), per capire che quello schema lui lo conosceva bene, lo aveva già visto, avrebbe potuto rifarlo ad occhi chiusi. S’è infilato di testa, ha riacceso l’Italia.
E. Pinna (Cds)