Lo schema è quello usato a Firenze, quello mutuato dal Borussia Dortmund. Insigne va sul pallone con Emerson, finta e controfinta: senza neppure prendere la mira, Insigne disegna l’arcobaleno, Di Lorenzo sa che dovrà solo staccare ed arrivarci, in una maniera o in un’altra. E ci arriva. Magari non è uno spettacolo come gesto tecnico ma il terzino del Napoli ci arriva. In realtà arriva pure un bel pugno in faccia di Sommer (sarebbe stato rigore?). Un gol che ricorda, per certi versi, la rete con il Torino che venne però annullata per il fuorigioco dell’ex Empoli. E prima di poter tirare un sospirone di sollievo qualche secondo passa, perché il check al Var serve a capire se Belotti disturba o meno il portiere della Svizzera. Fino a quel momento anche l’esterno non aveva brillato, anche lui in sofferenza con Vargas, disorientato da Okafor. Il gol di Di Lorenzo è oro colato, perché consente a questa Italia improvvisamente e incredibilmente modesta nel primo tempo, di restare aggrappata alla qualificazione. Ora a Belfast bisogna vincere e fare il tifo per la Bulgaria che affronta la Svizzera. Di Lorenzo cresce con il crescere dell’Italia. Perché è nel secondo tempo che esce dalla terra di mezzo e diventa molto più propositivo. Anche perché gli elvetici hanno meno coraggio offensivo.
Alla fine non può essere felice. «Adesso abbiamo una partita difficile in trasferta, abbiamo due giorni per preparare la gara a Belfast che sappiamo di dover vincere. Siamo entrati contratti, preso qualche contropiede, e una volta sistemate le cose abbiamo fatto il nostro gioco. Ci spiace per il pareggio ma ce la faremo. Il mio gol? Contento ma è una felicità a metà. Spiace per il pari e per l’errore di Jorginho. I rigori si possono sbagliare, è un grande campione, passerà questo momento».
Fonte: Il Mattino