David Sesa, 48 anni, quattro stagioni a Napoli (dal 2000 al 2004), 36 presenze e un gol nella Svizzera, analizza i punti di forza della nazionale elvetica che affronterà stasera l’Italia all’Olimpico di Roma in una sfida decisiva per la qualificazioni ai Mondiali in Qatar 2022.
«Il portiere Sommer è il leader: ha personalità, carisma, già in Svizzera giocò una gran partita parando tra l’altro un rigore a Jorginho che non è esattamente una cosa semplice. Molto forte in difesa è Akanji, del Borussia Dortmund, a centrocampo i punti di forza sono Sow dell’Eintracht Francoforte, Freuler dell’Atalanta e Zakaria del Borussia Moenchengladbach. Certo, ci saranno assenze di uomini importanti, come quella di Xhaka a centrocampo, e in attacco di Seferovic e Embolo»,
spiega l’ex centrocampista e attualmente allenatore.
I pericoli maggiori per Donnarumma da chi potranno arrivare?«Shaqiri è uno che ti può accendere la partita in qualsiasi momento con una giocata delle sue, se è nella giornata giusta diventa pericolosissimo. Ma la verza forza della Svizzera è il gruppo, nel collettivo, come per l’Italia».
Come è riuscita la Svizzera a crescere sempre più diventando una nazionale di prima fascia?«Un lavoro che parte dalla base ed è cominciato da tanti anni: la Svizzera fu già protagonista nel Mondiale 2006 perdendo agli ottavi di finale ai calci di rigore contro l’Ucraina. Da anni calciatori svizzeri giocano nei campionati più importanti di Europa, ad esempio Inler, Dzemaili e Behrami hanno giocato a Napoli, attualmente in diversi giocano in Bundesliga. Si è investito molto sulle strutture, sui ragazzi e i settori giovanili e sulla formazione degli allenatori che hanno guardato molto ai paesi intorno, soprattutto alla Germania».
Il ct Yakin, subentrato a Petkovic al termine dell’Europeo, ha cominciato bene con la Svizzera.
«Lo conosco bene, ci ho giocato sei anni insieme nella Svizzera e in campionato diverse volte da avversario giocava da centrocampista, o difensore centrale: sono contento per lui, ha personalità, sta facendo un ottimo lavoro, ha cominciato subito bene perché conosceva i calciatori della nazionale svizzera, qualcuno l’aveva avuto con sè quando allenava il Basilea. Ora lo attende un ulteriore step, molto difficile contro l’Italia».
L’Italia parte favorita?«Sì, l’Italia ha vinto un fantastico Europeo con merito dimostrandosi un grande gruppo e vincendo grazie a uno straordinario collettivo. Mancini ha fatto un lavoro eccezionale facendo giocare all’Italia un calcio moderno: sa bene le insidie di questa partita e per questo non ci saranno rilassamenti mentali da parte degli azzurri».
E che Svizzera s’aspetta?«La Svizzera avrà rispetto dell’Italia ma non paura e se la giocherà: non parte battuta, è cresciuta molto in autostima e conta anche su buone individualità. Sono le due squadre più forti del girone, prime a pari punti».
Che tipo di partita s’immagina all’Olimpico?
«L’Italia è forte, gioca in casa davanti a tanti tifosi e farà la partita ma nello stesso tempo starà attenta perché è una partita delicata a livello di classifica. Sarà una bella sfida che guarderò in tv».
R. Ventre (Il Mattino)