“L’impronta” di Diego, parla l’artista: “Un mio lavoro colpì De Laurentiis”

Quando domenica pomeriggio il Napoli è entrato in campo con la nuova maglia-omaggio a Maradona, per Giuseppe Klain è stata la chiusura di un ciclo. Da tifoso prima e da artista poi. «Ero frastornato, quasi non ci credevo. Quando sono tornato a casa ho voluto rivedere la partita e l’impatto di quella maglia sul campo», l’emozione si sente ancora forte. «È stato un omaggio per Diego fortemente voluto dal club e su cui abbiamo lavorato tanto».
Un passo indietro. Giuseppe Klain, artista 55enne napoletano, è da sempre tifoso azzurro. E di Maradona. «A metà degli anni ’80 gestivo un locale e Diego con i compagni di squadra era solito essere nostro cliente» racconta ai microfoni del Mattino. Un amore proseguito negli anni: «Ho da sempre la passione per la pittura e i primi lavori con Maradona risalgono a diversi anni fa. Nel 2019 incrociai a Napoli – quasi per caso – la troupe di “Maradona, Sueño Bendito” (la serie Amazon Prime in onda proprio in queste settimane sulla vita di Diego), mostrai loro questi miei lavori e ne furono sorpresi. Tanto da volerli realizzare insieme» racconta Klain. Poi la triste vicenda legata a Diego: «La sera del 25 novembre di un anno fa portai un mio quadro all’esterno dello stadio: l’impronta c’era già, ma in quel lavoro c’era il Maradona del gol del secolo. Piacque a tanti tifosi e decisi di lasciarlo dov’era».
Fino alla scorsa estate. «Per un caso fortuito, un mio lavoro è stato regalato ad Aurelio De Laurentiis. Aveva colpito il patron, che mi chiamò per ideare insieme un omaggio come quello che avete visto. Ci abbiamo lavorato tutto agosto, fino a domenica scorsa» e al match con il Verona «Che fu la prima squadra incontrata da Diego in Serie A anche nel ’84. Il destino…» Una maglia che ha fatto parlare di sé: «Non entro nella discussione. Ma ricordo di aver regalato a Diego Maradona Jr proprio un mio quadro qualche mese fa. È una bellissima persona. Ho sparso i miei quadri un po’ ovunque in città (mostre, esposizioni, il murales di Maradona ai Quartieri) anche per iniziative di beneficenza. Diego è un patrimonio dell’umanità, un po’ come l’immagine del volto di Che Guevara. Più che un volto è un simbolo, è un’idea». Ma non è finita qui, perché anche contro Inter e Lazio il Napoli indosserà nuove versioni della “Maradona Game”. «Non anticipo nulla di quello che si potrà vedere in futuro, spero solo che l’eredità che ci ha lasciato Maradona si possa conservare e coltivare. Come la sua arte».
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