Il commento di Alessandro Barbano sulle pagine del CorrSport sulla vittoria di ieri a Varsavia da parte del Napoli in Europa League con relativo primo posto:
“Il sacco di Varsavia è l’esame di maturità del Napoli due. Averlo superato a pieni voti è per
Il Napoli senza Insigne, Osimhen e Fabian Ruiz fa fatica ad affondare per tutto il primo tempo, subisce ingenuamente un gol a freddo ma tiene il pallino del gioco, soffre senza capitolare, anche grazie a un pizzico di fortuna, poi, quando la fatica fiacca i legnosi avversari, ribalta il risultato con due rigori. E a dilagare ci pensa il Napoli tre, fatto dei rincalzi dei rincalzi. Che
Ounas è l’alter ego di Insigne, e aspetta solo di avere una chance per mettere in mostra il suo ricchissimo potenziale tecnico. Mertens è finalmente uscito dalla lunga convalescenza, e lo mostra con il geniale corridoio che propizia il gol di Lozano. In questa squadra non può giocare prima punta, ma non per questo non sarà utile. Demme e Lobotka sono gli onesti centromediani che avevamo lasciato, ma una cosa è giocare al fianco di Bakayoko, un’altra è avere Anguissa che ti copre le spalle e, all’occorrenza, ti surroga in regia, con il dono di un’ubiquità fatta di grande condizione atletica ma anche di saggezza tattica. Petagna è orgogliosamente la brutta copia di Osimhen, ancorché con almeno cinque chili di troppo. Ha preteso di restare in azzurro ed è stato accontentato, allora dimagrisca come tocca a un atleta, perché Spalletti avrà ancora bisogno di lui.
Resta da segnalare che i gol segnati hanno ridato fiducia a Zielinski, freddo ieri nel mettere in porta il rigore, ignorando la provocazione del portiere avversario. Non è ancora il leader
Il primo posto in campionato e in Coppa è una responsabilità inedita per questo gruppo. Ma le performance degli azzurri la legittimano pienamente. Non solo per il ruolino stagionale di dodici vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, e di trentaquattro gol fatti e nove subiti. Ma per il dominio del gioco che è, in casa e fuori, una costante di quasi tutte le gare del Napoli. Il possesso palla non garantisce che la vittoria arriverà, ma certifica che si vuole a ogni costo, perché è nella logica dei rapporti di forza in campo. Si chiama carattere, ed è per gli azzurri una felice scoperta”.
A. Barbano (CdS)