C’è il profumo dell’infanzia, l’atmosfera d’un tempo sfilato via e quell’atmosfera che riconduce all’età dell’innocenza.
«È la prima volta, per me, che gioco da avversario contro una squadra polacca».
e nella purezza d’una epoca ormai lontana, Piotr Zielinski può rivedere, orgogliosamente, se stesso, quella leggiadria che l’elevò a enfant prodige e un mondo, il suo, dal quale si staccò poco più che fanciullo.
«E non possono negare d’essere contento di ritrovarmi qua».
Casa, dolce casa, con i colori che rapiscono e gli effetti speciali d’una notte che sa di calcio e anche no, perché questa è la (sua) vita, una memoria affollata di ricordi e brividi che vengono schermati da quella natura schiva, naturalmente timida, che tende a semplificare o a normalizzare la sua serata da star.
«Non so come verrò accolto, so che però giocheremo in uno stadio caldissimo, un ambiente meraviglioso, contro un’avversaria che stranamente e pure inspiegabilmente è in difficoltà in campionato. Ma il Legia è forte, l’ha dimostrato appena qualche mese fa vincendo il campionato, e ora sta attraversando uno di quei periodi che hanno origini sconosciute. Sospetto che ci sfideranno in maniera diversa rispetto alla gara di andata, ma noi siamo pronti, seguiremo le indicazioni di Spalletti e speriamo di accontentarlo».
ECCOCI
Sarà «tremendamente» bello tuffarsi in quel microcosmo che gli appartiene per intero, avvertire l’eco e il suono di voci amiche, calarsi tra la propria gente, cogliere i dettagli d’una partita che Zielinski vivrà nella propria dimensione magica – campo o panchina che sia – per regalarsene una persino più elettrizzante.
«Sarà complicato per noi, sono convinto che il Legia riuscirà a rialzarsi in fretta, ma spero lo faccia da domenica in poi. Il Napoli viene qua con il rispetto che si deve a una squadra di talento ma pure con il desiderio di vincere, perché l’Europa League è un nostro obiettivo. Ci teniamo a giocarcela fino in fondo, se possibile. È vero, c’è qualche assenza tra di noi, ma la rosa è forte ed è ampia, siamo nelle condizioni di reagire a questa situazione».
ECCOMI
E quando tutto comincerà, già all’alba, in quel, rito che garantisce l’adrenalina sin dal mattino, Zielinski andrà a cercare se stesso tra i rivoli d’un calcio che gli appartiene completamente, che a Salerno è ricomparso istantaneamente (e istintivamente) dopo il gol, ma che ha bisogno (ancora per un po’) di pazienza, per dimenticare l’acciacco di settembre che l’ha frenato e per ricordarsi che qui, proprio qui, in Polonia, tutto è cominciato dandogli del predestinato: «Ho avuto piccoli problemi fisici, ma ormai li ho risolti. All’Arechi, segnare è stato utile per me ma innanzitutto per il Napoli, che ha vinto. E io sento che sto per tornare ai miei livelli». E stasera, ci sarà uno stadio che avrà occhi solo per lui.
A. Giordano (Cds)