Questione di numeri. 31 punti in 11 partite, frutto di 10 vittorie (5 in trasferta) e 1 pareggi, 23 gol realizzati e 3 incassati, otto vittorie consecutive, 10 giocatori diversi in gol. E tutto ruota attorno al bunker difensivo. Primo: non prenderle. Questo Napoli accumula punti e record. Record e punti. E poco importa se il Milan non si scrolla di dosso. Che numeri che ha questo Napoli: solo nel 70/71 (era la squadra di Chiappella che perse lo scudetto in casa dell’Inter) aveva incassato gli stessi gol di adesso (3). Solo due squadre, fino ad adesso, hanno fatto meglio del Napoli per gol presi: il Cagliari di Scopigno nel 66/67 (1 solo gol) e la Roma di Rudi Garcia nel 13/14 (due gol presi). Tre gol presi, proprio come il Chelsea che è l’altro club europeo ad aver incassato meno reti in campionato (ma ha giocato una partita in meno). Una rivoluzione in meno di quattro mesi. Un Napoli colmo di ambizioni, di occhi di tigre, come se fosse un altro gruppo, un’altra squadra. Un Napoli che sta diventando assai spallettiano: perché quella di domenica è la seconda vittoria per 1-0 in 4 gare. Non proprio una vittoria al risparmio, sia chiara. Merito dell’organizzazione imposta da Spalletti, certo, ma una bella mano l’hanno data le prestazioni di Koulibaly, ormai visibilmente il miglior difensore del campionato, ma anche l’esplosione del resto degli stakanovisti della difesa, ovvero Di Lorenzo, Mario Rui e Rrhamani. Poi, ovvio, si difende in 11. E si difende fin dal rinvio del portiere. Anguissa e Fabian sono impressionanti per solidità. No, non è la macchina perfetta ma le si avvicina abbastanza in certi momenti della partita.
Il Mattino