Delio Rossi: “Non c’è partita, quindi la Salernitana può giocarsela”

Il salto in B nel 94 e lo storico ritorno in serie A nel 1998 dopo cinquant’anni d’attesa: Delio Rossi, il tecnico romagnolo, entrato nella storia della Salernitana con una doppia promozione e per un tipo di calcio spettacolare che fece innamorare i tifosi granata.

Il suo 4-3-3 riusciva a coniugare risultati al bel calcio: come ci riuscì? «Ci riuscii soprattutto convincendo i miei giocatori che lavorando in una certa maniera avrebbero ottenuto dei risultati: lavorarono tanto e i risultati arrivarono. Era il sistema di gioco più adatto all’organico che avevo a disposizione».

Quanto è stato importante per la Salernitana di Colantuono il colpo a Venezia per la classifica ma soprattutto per il morale? «L’anno scorso la Salernitana ha fatto un capolavoro andando in A pur non essendo la squadra migliore ma la serie A è tutta un’altra cosa, è importante avere dei valori tecnici importanti oltre al gioco e all’organizzazione. I granata non sono partiti bene e c’è stato il cambio di allenatore: per Colantuono dopo la sconfitta in casa all’esordio è stato importantissimo il risultato di Venezia».

La Salernitana affronta la capolista il Napoli che sta viaggiando a ritmi da record: come potrà provare ad arginare la sua forza? «Sulla carta non c’è partita e quindi la Salernitana se la può giocare con serenità e al massimo delle sue possibilità perché è la classica gara dove hai tutto da guadagnare e nulla da perdere sapendo che la salvezza non passa attraverso questo tipo di gare».

Ribery partita dopo partita è diventato sempre più il faro della squadra: potrà trascinare la Salernitana alla salvezza? «La scelta di Ribery mi ha sorpreso, stiamo parlando di un campione che ha giocato con le squadre migliori e ora 1 38 anni sarebbe potuto andare negli Stati Uniti o in Cina. Il fatto di aver scelto Salerno e di essere andato in una squadra che cerca di salvarsi significa che si è voluto rimettere in discussione: se ci riuscisse per lui sarebbe come vincere un altro titolo con il Bayern Monaco, anzi di più. Ha una grande umiltà, tipica dei campioni».

Il derby con il Napoli sarà una partita speciale per Salerno e la Salernitana? «Quando ero sulla panchina granata il derby contro il Napoli non l’ho mai giocato. A Salerno è una partita molto sentita e se la Salernitana dovesse fare un risultato positivo sarebbe più di un’impresa».

Come se l’immagina il derby? «Il Napoli cercherà subito di prendere il dominio della partita e la Salernitana cercherà di ribattere e di sfruttare qualche ripartenza: i granata per contrastare i valori tecnici di gran lunga superiori del Napoli proverà a metterla sui ritmi alti, sulla compattezza. Gli azzurri hanno due giorni in meno di riposo ma con la regola dei cinque cambi e con le tante soluzioni che Spalletti ha in panchina non risentiranno della stanchezza».

Volendo fare un raffronto tra questa Salernitana e le sue vede dei punti di contatto? «No, non c’è nessun punto di contatto. Sono diverse come gioco, interpreti e parliamo di epoche totalmente diverse».

Roberto Ventre (Il Mattino)

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