Koulibaly: “Napoli mi è entrata nel cuore. Buon punto, mica le possiamo vincere tutte”

Il Comandante della difesa azzurra felice del pareggio di Roma

Vincere aiuta a vincere ma anche pareggiare (all’Olimpico, contro la Roma) dà un senso a notti ispide, pericolose, da domare e da governare: nel nono risultato utile consecutivo, in un un’ora e mezza per uomini veri, il Napoli scopre che c’è la sua sesta partita senza subire gol, la conferma di poter poggiare su un muro solidissimo, di avere quindi spalle forti su cui andare ad adagiarsi in giornate un po’ così perfide. Quando Roma-Napoli è finita e Kalidou Koulibaly sa bene che poco è cambiato, sostanzialmente, perché adesso c’è semplicemente il Milan con cui condividere quelle sensazioni da capolista, ciò ch’emerge è la capacità di starsene lì, a guardare il campionato, in maniera disincantata, consapevole che c’è ancora tanto da vivere. «Il campionato è ancora nella fase iniziale e noi torniamo dalla trasferta all’Olimpico ancora imbattuti». 

Banalmente, se si intuisce dal linguaggio del corpo, siete contenti?  «Possiamo dire di aver conquistato un buon punto, in uno stadio difficile e contro un’avversaria di valore. E poi, d’altro canto, nessuno ha mai pensato di poterle vincere tutte».

Gara dura, tatticamente.  «Eravamo certi della voglia della Roma, della sua energia, della determinazione nel cancellare la sconfitta in Europa e quella in campionato con la Juventus. In campo non si è da soli, conviene ricordarlo». 

Un’altra gara senza prendere gol per voi.  «Abbiamo difeso bene, qualcosa abbiamo dovuto concedere, ma loro sono forti e quindi rientra nelle dinamiche di una partita. Fermare la Roma, il suo attacco e più in generale un organico di assoluto livello testimonia le nostre capacità». 

È uno 0-0 che ha dimostrato la vostra maturità? «Direi di sì. Abbiamo affrontato la Roma senza paura ma con rispetto, abbiamo giocato entrambi a viso aperto, abbiamo colpito un palo, eravamo stati capaci di segnare, anche se in fuorigioco di poco. Abbiamo dimostrato che volevamo vincerla. Ma anche la Roma ci ha provato».

La coppia con Rrahmani funziona.  «Amir è un grande difensore ma noi lo sapevamo dall’anno scorso. Siamo un gruppo molto unito, c’è enorme disponibilità da parte di tutti, anche di Manolas e di Juan Jesus a renderci impenetrabili. Ed essere stati capaci di non subire la Roma ha ribadito la forza del Napoli. Sappiamo che questa squadra, la nostra, è in grado di segnare in qualsiasi momento di una partita e quindi il nostro compito rimane quello di aiutare Ospina a lasciare la porta inviolata».

Giornata di sacrifici, di fatica.  «Non c’è egoismo ma una coesione che è visibile. Siamo ragazzi che stanno bene assieme, in campo e anche fuori, e che sono felici di aver conquistato un punto contro la Roma». 

La parola scudetto si pronuncia nel Napoli? «Troppo presto per sbilanciarsi così tanto. La stagione è lunghissima, ora c’è il Milan insieme a noi al primo posto, penso che a marzo si potrà cominciare a capire qualcos’altro. Però, è indiscutibile che noi vogliamo vincere il maggior numero di partite. Anche con la Roma avevamo questa intenzione, che però si è scontrata con la loro. Ma non so quanti faranno punti qua».

Il Comandante di Spalletti è diventato anche capitano all’uscita di Insigne: scena non insolita a dire il vero, ma comunque sempre suggestiva per lei.  «Io sono orgoglioso di poter indossare la fascia, quando non c’è Lorenzo. Sono a Napoli dal 2014, ormai, sento l’affetto della gente e la fiducia dell’intero ambiente. Napoli mi è entrata nel cuore».

Fonte: A. Giordano (CdS)

 

 

 

 

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