Rivieccio risponde a Vanzina: “Occorre una Mandrakata di Spalletti”

In attesa di Roma/Napoli, Enrico Vanzina ha definito questo “l’anno del Napoli”. Gino Rivieccio, sempre dalle pagine de Il Mattino ha risposto all’ amico regista:
“In 95 anni siamo rimasti scottati dai troppi Gonella, Sbardella, Menicucci, Orsato, Mazzoleni, Fabbricatore per affermare oggi che questo è l’anno buono. Troppe caselle dell’imprevisto si sono frapposte tra noi e il tricolore.
Non dimenticherò mai quel 1 maggio del 1988 quando il Milan di Sacchi venne al San Paolo a ipotecare lo scudetto. Eppure, qualche settimana prima, avevamo nove punti di vantaggio e in squadra l’Extraterrestre. Oppure quando il 6 aprile del 75 Josè Altafini frantumò i sogni di Vinicio e del popolo azzurro a un passo dallo scudetto! Senza rievocare il misfatto perpetrato tre anni fa a Milano tra Inter e Juve ai danni di Sarri. Per cui, fin quando non arriverà il 22 maggio (Santa Rita ), noi facciamo finta di niente. Certo la scaramanzia c’entra. D’altra parte persino William Shakespeare diceva Eyes are worse than schioppets! cioè l’uocchie so’ peggio de’ schiuppettate! E se Peppino De Filippo recitava “Non è vero ma ci credo”, io mi sbilancio e dico Non ci credo ma è vero. D’altra parte tu sai che il primo ad essere scaramantico è proprio il tuo amico Aurelio che dopo aver fatto disegnare una maglietta con la ragnatela di Halloween starebbe già pensando di farne una con peperoncini, corni e perché no, l’immagine di una mano che sfiora le parti intime. Enrico, devi capire che il tifo a Napoli è qualcosa di più, che va oltre la mera passione sportiva. Antonio Ghirelli diceva che se due napoletani s’incontrano in Patagonia, stai pur certo che la prima cosa che uno dei due chiederà all’altro è: « Scusate, ch’ ha fatto o Napule?» Se stamane tu fossi entrato in un bar avresti ascoltato il dieci per cento delle persone disquisire di Astrazeneca o Pfizer, ma l’altro novanta per cento della formazione che oggi Spalletti dovrà mandare in campo. Quando il mese scorso mentre si rincorrevano le notizie che riguardavano i talebani e la presa di Kabul, entrai dal barbiere dicendo “Hanno preso Herat” un cliente esclamò: “Speramme che chist’ nun è natu pacco come Bakayoko!” Il Napoli per molti è un ammortizzatore sociale. Venerdì mattina dopo la vittoria sul Legia Varsavia, in città tutto ha funzionato meglio: i pullman sono passati in orario, il traffico si è snellito, le buche nell’asfalto si sono improvvisamente chiuse, la galleria Vittoria ha riaperto sia pure per un paio d’ore e, persino il neo sindaco Manfredi, è riuscito a fare la nuova giunta in dieci minuti. Stasera giocheremo con il 4-2-3-1? Con Lozano dall’inizio al posto di Politano? Questo non lo so. So soltanto che oggi è un crocevia importante per farci capire dove può arrivare questo Napoli. E il fatto che siate reduci dai sei gol incassati nel freezer del polo nord non ci fa stare più tranquilli. Tutt’altro. Personalmente li ho interpretati come una reazione avversa, un effetto collaterale al vaccino del mio amico Gustavo, romanista doc. Per noi invece superare l’ostacolo Olimpico significherebbe fare un’impresa Ecceziunaleveramente, per evocare un tuo popolarissimo film. Ma c’è bisogno della concentrazione dei tanti Ex che ora vestono la maglia azzurra e di una Mandrakata di Spalletti al punto da far salire una Febbre da cavallo a Totti. Forse è proprio vero quello che scrivevi nel 1978: Per vivere meglio divertitevi con noi. Sì, Enrico, questo Napoli fa divertire assai e fa vivere meglio. Ma, per favore, non diciamo nulla fino al giorno di Santa Rita, che chissà se farà il miracolo di farci vedere qualcosa che non vediamo da 31 anni.”
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