Alessio De Petrillo, vice allenatore del Legia Varsavia, ha parlato ai microfoni di “1 Football Club” su 1 Station Radio. “Spalletti è sicuramente un allenatore geniale, lo dimostra il suo percorso e non lo scopro io. Il Napoli, verso la fine del primo tempo, ha cambiato assetto tattico, mettendo Insigne sotto Mertens, e con questa mossa ci hanno messo in difficoltà. I cambi, poi, soprattutto con l’innesto di Osimhen ed il suo strapotere fisico devastante, hanno fatto il resto, ancorché i miei erano stanchi. Nel percorso degli azzurri, Victor ha creato scompiglio a tutte le squadre contro cui ha giocato. È il miglior attaccante della Serie A senza alcun dubbio, e ha grandissimi margini di miglioramento. Il suo futuro sarà molto importante. Legia? A maggio abbiamo vinto il campionato, oggi siamo a rischio retrocessione ed il cammino è stato deludente, ma nessuno si ricorda che, causa Europa League, abbiamo due partite in meno. Abbiamo i valori tecnici per tirarci su, anche grazie ad alcuni calciatori che, fino ad oggi, sono stati infortunati come Pekhart, autore di venticinque gol nella scorsa stagione. La competizione europea è uno dei motivi per cui la classifica è deficitaria: essendo impegnati su quattro fronti spendiamo tantissime energie sia fisiche che mentali, dunque competere diventa un problema grosso. Ovvio, è un mal comune, perché tutte le squadre di alto profilo sono foriere di impegni. Perché gli allenatori italiani, a volte, sono costretti ad emigrare come successo a me? Non so perché, ma oggi il mondo è aperto e bisogna allargare gli orizzonti per fare nuove esperienze. Quando si è paventata questa possibilità per me, l’ho colta al volo, anche perché il Legia è un club di primo livello. Dalla Serie C italiana alla prima categoria polacca – Ekstraklasa – non c’è tantissima differenza, non è difficilissimo, perché il livello in Italia è davvero alto. Gli schemi mentali e gli scenari tattici si ripetono, cambia solo la qualità, ma la sostanza è la stessa”