La dura presa di posizione della Uefa, ribadita a Infantino martedì da Ceferin («Noi il Mondiale ogni due anni non lo giocheremo. Andare al voto non sarebbe saggio e avrebbe terribili conseguenze per il calcio, in particolare per i club e le leghe che in questo processo non possono esprimersi»), ha spinto il numero uno della Fifa a riflettere sulla mossa di rivoluzionare il calendario internazionale. All’inizio sembrava solo una voce, anche perché nella conferenza stampa di ieri, successiva al Consiglio della Fifa, Infantino non ha fatto passi indietro. In realtà, però, il presidente sta davvero cercando… una via d’uscita ed è ormai rassegnato a dare l’addio al Mondiale ogni due anni. E’ anche una questione di numeri: oltre all’Uefa e alla Conmebol, è contraria anche l’Asia. Non avere l’appoggio delle due confederazioni (Europa e Sudamerica) che muovono più soldi a livello di diritti tv, era grave. Con la defezione dell’AFC poi… Ecco perché l’italo-svizzero è stato conciliante: «La discussione sul nuovo calendario ha dato luogo a reazioni dure ed entusiastiche allo stesso tempo. Non c’è una decisione già presa: io devo ascoltare tutti e trovare una soluzione condivisa. Non vogliamo che questo sport perda il suo appeal sui giovani e qualcosa va fatto: bisogna trovare un bilanciamento tra gli impegni delle nazionali e dei club, lavorare per migliorare la qualità del calcio globale. Non abbiamo chiesto di aderire alla nostra idea, l’abbiamo solo presentata. Cambieremo le cose se capiremo se per tutti non è un beneficio, viceversa non lo faremo se solo pochi non saranno d’accordo». La data del summit globale nel quale sarà votato il nuovo calendario internazionale post 2024 è lunedì 20 dicembre. Con l’idea di Wenger naufragata, bisogna trovare un’alternativa o rimandare di qualche mese la riforma.
VIA DALLA FIFA. Mentre martedì i ct delle 55 nazionali dell’Uefa hanno disertato il meeting con Wenger, Infantino ha partecipato al TEP, la riunione tra i presidenti delle federazioni che Nyon organizza periodicamente via web. Per lui non è stato un pomeriggio facile: lo spagnolo Rubiales ha sottolineato che «sarebbe molto pericoloso cambiare»; Gravina ha osservato che «la riforma crea danni e conflitti dei quali non c’è bisogno. Con le qualificazioni in un’unica finestra perderemmo sponsor e soldi dal botteghino. Per noi sarebbe la fine. In Italia tutte le componenti sono contrarie». Ancora più duro il finlandese Ari Lahti che, in rappresentanza anche di Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda e Faroe, ha tuonato: «Se la maggioranza voterà per la Coppa del mondo ogni due anni, noi tutti usciremo dalla Fifa». Secondo Nyon sarebbero 10-12 le federazioni già pronte a ritirare la propria adesione a Zurigo con un preavviso di sei mesi. L’Italia non è tra queste. E neppure la Germania tanto che il presidente Fritz Keller ha chiesto a Infantino «di evitare tensioni e conflitti». Dello stesso avviso Portogallo, Romania, Scozia e Svizzera.
CONFEDERATIONS CUP. Con il Mondiale ogni due anni quasi evaporato, l’Europeo non si giocherà più negli anni dispari (2025, 2027 ecc). Il Portogallo ha proposto un Mondiale biennale non con le stesse squadre partecipanti, ma è più probabile una rinascita (allargata come numero di partecipanti) della Confederations Cup. Di certo in futuro la Coppa del Mondo non sarà più organizzata da una sola nazione, ma da 2, 3 o 5 insieme. E il Regno Unito si candida per il 2030…
Fonte: CdS.