Giampiero Ventrone, preparatore atletico napoletano, che ha vissuto le sue ultime due esperienze in Cina con Fabio Capello allenatore al Jiangsu Suning e Fabio Cannavaro tecnico del Guangzhou dopo quelle con Napoli e Juventus, descrive il fenomeno Osimhen. «Stiamo parlando di un fuoriclasse soprattutto da un punto di vista fisico, una macchina che esprime forza e velocità: il calcio è uno sport in cui c’è bisogno di calciatori con queste caratteristiche neurogene, cioè che hanno sia forza che velocità. Lui possiede entrambe queste qualità».
Come lo definirebbe? «Ha le caratteristiche di un bolide da formula uno e un allenatore bravo come Spalletti lo sta mettendo nelle condizioni migliori di esprimersi da fuoriserie».
In che modo riesce a coniugare al meglio forza e velocità? «Forza e velocità insieme fanno potenza e lui è un calciatore potente con una grande prestanza fisica, si fa rispettare soprattutto con la sua altezza. Ce ne sono altri che hanno caratteristiche del genere ma lui in più ha anche il tempo giusto per andare a saltare».
Contro il Leicester colpì la palla di testa a 2,52 metri, più o meno alla stessa altezza ha impattato il pallone spedendolo in porta contro il Torino: qual è il segreto? «In uno sport come il calcio le azioni verticali sono molte di meno di quelle orizzontali: Osimhen riesce ad esprimere in questo gesto forza e coordinazione, questo gli permette di staccare in terzo tempo a certe altezze».
Quindi, la sua caratteristica è saltare in terzo tempo? «Sì, prende una rincorsa di due passi e poi stacca con il destro o il sinistro. Nel basket è molto conosciuto ma si salta in questo modo anche nel calcio perché difficilmente lo si fa da fermo: lui ha segnato due gol così contro Leicester e Torino».
Osimhen bravo anche tecnicamente con il pallone tra i piedi, nonostante non sia un brevilineo: come si spiega? «Il segreto sta nella coordinazione che la fa sempre da padrona, la cosa più importante è riuscire ad essere coordinati: Osimhen lo è riuscendo a mantenere alti i suoi indici di efficienza».
Altra caratteristica è la progressione palla al piede. «Anche questo si ricollega innanzitutto alla sua straordinaria velocità che sta nel percorrere una determinata distanza nel minor tempo possibile: questo riesce a farlo al meglio mettendoci anche una buona accelerazione».
Come riesce a fare tanti scatti in una partita con la stessa efficacia? «Nel calcio le punte di velocità con gli sprint massimali possono avvenire in genere ogni 4-5 minuti. Questa qualità lui ce l’ha, poi è chiaro che in partita quando sei affaticato puoi calare un po’ perché la centralina dipende dal sistema nervoso. L’importante è la gestione del recupero e sta andando tutto al meglio anche da questo punto di vista».
Fonte: R. Ventre (Il Mattino)