La sua stagione, cominciata troppo tardi, tutta colpa di quel rosso rimediato al 23′ della prima giornata con il Venezia, è diventata straripante e le statistiche lo sottolineano: otto reti in 660 minuti, decisivo a Leicester – con la doppietta per agguantare gli inglesi; poi a Udine e a Marassi con la Sampdoria, per lanciare il Napoli verso successi agevoli; con il Cagliari, per stapparla e poi sigillarla, conquistando il rigore; e determinante persino quando non ha segnato, come a Firenze, dove però per fermarlo, ma in area, è stato necessario usare le maniere forti. Però contro il Torino, e ormai stava finendo, mancava una decina di minuti, circa un quarto d’ora con il recupero poi concesso, c’è voluto altro, quello stadio che lo ha rapito: «È stato meraviglioso per tutti noi, anche perché ci siamo riusciti in una serata con un’atmosfera incredibile. Una vittoria che abbiamo voluto con tutte le nostre forze e che per quello che abbiamo costruito è giusta. Ma ora dobbiamo continuare». Volare gli piace.
A. Giordano (CdS)