Il Mattino vota così:
La maglia di Halloween sembrava il preludio a una serata perfetta per fantasmi, streghe e stregoni. Ma invece se il Napoli sale sull’ottovolante anche al termine di una partita dove quasi tutto gli è andato storto (rigore sbagliato, palo e rete annullata per pochi centimetri) vuol dire che davvero è un periodo magico. Anche perché le imboscate del Torino funzionano e disinnescano quasi tutte le giocate del Napoli grazie a incastri difensivi perfetti. A lungo è nel contrattacco che gli uomini di Spalletti latitano: si gioca di fatto in una sola metà campo e i ritmi li dettano gli azzurri, con la regia, però, troppo scolastica di Fabian. Male Zielinski e Insigne ma è una squadra che non arretra di un centimetro e dopo ogni difficoltà trova forze.
6,5 Ospina
Un portiere magnifico, para tutto persino quando il gioco è fermo. Il primo pilastro è sempre lui. Gran riflesso sull’unica conclusione del Toro degna di nota nel primo tempo, quella di Brekalo, con un tuffo sulla destra. Pulito nella prima impostazione. Poi si supera sempre su Brekalo al 64’: resta fermo fino all’ultimo millesimo.
7 Di Lorenzo
Si lascia rincorrere da Aina e Rodriguez, trova degli ottimi tempi di inserimento. Bene in copertura, si procura il rigore poi fallito da Insigne. Per pochi centrimetri gli viene annullato un gol che lui si era già goduto sotto la curva. Poi bene, attento anche nella fase in cui c’è da battagliare con la clava e non solo col fioretto.
6,5 Rrhamani
Nessun errore nella prima frazione, controlla Sanabria quando gravita dalle sue parti, qualche piccola difficoltà in più su Brekalo e tanti affanni quando il Toro riparte a campo aperto. Bene in alcuni interventi anche in scivolata, segue passo passo i movimenti di Koulibaly. Certezza assoluta.
7 Koulibaly
Recupera con rabbia quel pallone che era nella terra di mezzo della trequarti azzurra e che porta al gol di Osimhen. Era lì a pressare, perché la sua voglia di vincere è esempio per tutto il Napoli. Si prende la responsabilità di allargarsi per compensare anche qualche compagno in difficoltà, sempre in anticipo.
6 Mario Rui
Singo è un pessimo cliente, le sue sgroppate e la sua velocità mettono in difficoltà il terzino portoghese che spesso vede sfuggire via il granata e costringendo Koulibaly a uscire dalla sua posizione centrale: si aggrappa all’aggressività per compensare il gap del passo.
7 Anguissa
Inizia subito recuperando palloni su palloni ai danni dei tre centrocampisti del Torino, sembra muoversi con otto gambe per come riesce a trovare sempre la traiettoria giusta per l’interdizione ed andar via dopo. Sforna giocate da trequartista, con qualità che sale esponenzialmente nella ripresa.
6 Fabian Ruiz
Linetty si abbassa per limitarlo nel gioco, ma riesce a tenere costantemente il pallone in verticale. Qualche rischio nella giocata, detta bene i tempi del match. Patisce le folate di Lukic, che è davvero un interno di ruolo. Lento nel passo in certi momento, cala a fine primo tempo poi risale.
5 Zielinski
Si vede con il contagocce, un passaggio chiave nell’arco dei primi 45 minuti, ma Lukic trova una museruola importante: Spalletti gli chiede il sacrificio di allargarsi a destra, lui esegue ma ricambia con una partita poco aggressiva e tamburellante. Infatti esce senza neppure un rimpianto.
5,5 Politano
Buona gamba iniziale, anche discreram reattività: mette in crisi Ola Aina in più di una circostanza, punta Rodriguez e sforna diversi palloni al centro. Poi cala assai: in certi momenti è assatanato, in altri distratto. Alcune azioni sono travolgenti, altre volte si fa travolgere.
7,5 Osimhen
Al primo pallone che vaga lì nel vuoto, si catapulta con tutta la forza, la ferocia e la tenacia che ha in corpo. Il senso del killer, del serial killer dell’area di rigore. Parte sempre attaccando la profondità con il giusto timing, bypassando Bremer e Djidji, non sempre è accompagnato nel modo giusto dai suoi compagni ai due lati.
5 Insigne
Lavora bene in chiusura su Singo, in verticale cercando l’imbucata su Osimhen. Terzo rigore sbagliato in stagione in otto gare, fattore negativo che inizia a pesare. Poi, da quel momento, ogni cosa diventa un incubo per il capitano, che fa fatica anche a pensare a qualche passaggio importante.
5 Lozano
Prende il palo pieno, in una ripartenza a tutto campo che è spesso delizia per il messicano. Esce e fa il muso lungo e in maniera plateale: non è difficile da capire che era per una scelta tattica (il passaggio alla difesa a 5) e non perché c’era delusione per la prestazione. Gesti da non fare.
6 Elmas
Un assist con la spalla chissà se mai in vita sua se lo era immaginato: Lukic rinvia proprio sul macedone che era girato sul rilancio del granata e rimpalla su Osimhen. Si lascia assai apprezzare nel momento in cui la gara diventa assai di sofferenza e lui non si sottrae ai contrasti e ai ripiegamenti.
6,5 Mertens
Entra in campo osannato come il re che prova a tornare sul trono. Si piazza sottopunta nel 4-2-3-1 e non è un caso che la pallina, nel flipper impazzito che porta al gol della vittoria, la gioca ripetutamente lui. Fa faville, fa quello che può. Poi nello scatto si vede che ha ancora un po’ di ritardo nella condizione.
sv Juan Jesus
Mette la coperta alla squadra azzurra, che ha una sorta di predisposizione a prendere e partite quando c’è solo da alzare muri: la fortificazione con l’ingresso del brasiliano negli ultimi sette minuti tramuta il Napoli in una inedita linea difensiva a cinque.
6,5 Spalletti
Il vero “spaventatore” se lo trova davanti con il suo 3-4-2-1 che lo manda in tilt per un bel po’ di tempo. Juric sa bene cosa patisce il Napoli e nelle ripartenze gli azzurri tremano a lungo. È un 4-3-3 con Zielinski troppo apatico, poi nel finale il tecnico fa vedere anche una difesa a 5, proprio per cercare di limitare i pericoli che arrivavano da un Torino che attaccava a testa bassa. Ma la vittoria è meritata.
A cura di Pino Taormina