«Qui c’è anche il bello, Miano non è solo camorra. Basta con i soliti luoghi comuni sul quartiere e sulle periferie come la nostra». Hanno sfidato il freddo pur di vedere “sorridere” gli occhi di Diego Armando Maradona sul murale realizzato sulla parete di una palazzina popolare al Rione San Tommaso. Sono i residenti di Miano, che ieri sera poco prima delle 21 hanno assistito al taglio del nastro dell’opera che porta la firma dell’artista Mario Casti. Un evento organizzato e fortemente voluto da Salvatore Aldino, uno degli abitanti e tifosi del rione. Un’immagine gigantesca del Pibe de oro che per i giovani, le mamme, le associazioni e il parroco è il simbolo di riscatto per l’intero quartiere: «Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di una rinascita per Miano», è stato il coro unanime. Mentre a rendere omaggio alla “mano de Dios” sono stati cori e fumogeni proprio come una curva del neonato stadio Maradona, accompagnati nel finale da una torta dedicata al calciatore. Il suo inconfondibile sorriso, la capigliatura riccioluta, l’orecchino al lobo sinistro e il tricolore stampato sulla maglia di capitano azzurro. Così il viso di Diego Armando Maradona, in una delle sue immagini più famose, è ufficialmente da ieri “stampato” sul muro di una palazzina degli alloggi popolari di via Valente a Miano. Un’opera di street art che aveva già fatto il suo ingresso nel quartiere la scorsa estate, ma che ha dovuto attendere i riempio della burocrazia per i vari permessi. Un murale che ha il sapore della voglia di riscatto di un territorio troppo spesso finito sotto i riflettori solo per fatti di cronaca. «Ma Miano non è solo questo. I progetti che facciamo sono tanti – spiega Salvatore Riccio, uno degli organizzatori – questo murale ha diversi obiettivi. Anzitutto ricordare Diego, che è stato e resta il “Dio del calcio”, è la storia, colui che ci ha rappresentato come città. Grazie a lui abbiamo avuto un riscatto sociale e sportivo. Poi farlo qui a Miano è anche per ridare colore al quartiere. Il messaggio che vorremmo dare soprattutto ai ragazzi è che speriamo sia veicolo di recupero sociale, per coinvolgerli di più nelle attività sportive anziché stare per strada. Diego è l’idolo di tutti – ha aggiunto – anche dei più piccoli che non lo conoscono, per i quali è la storia che viene tramandata».
Fonte e foto de Il Mattino.it