Intervista esclusiva ad Alessandro Perfetto, mister UISP, ed allenatore abilitato UEFA B, ed allenatore con la Blue Devils (Under 17 Regionale), scuola calcio di Marano. Ci ha raccontato del progetto “Sportivamente”, che lo ha coinvolto con i ragazzi del carcere minorile di Nisida.
Alessandro, ci parli dell’ente e del progetto che l’ha convinta a partecipare, e da quanto tempo è in atto?
“L’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) è un’associazione di promozione sportiva e sociale; ha l’obiettivo di estendere il diritto allo sport per tutti i cittadini. Nasce nel 1948, in tutti questi anni ha affermato il valore sociale dello sport, i diritti, l’ambiente, la solidarietà. Lo sport per tutti è un bene sociale che interessa la salute, la qualità della vita, l’integrazione, l’educazione e le relazioni tra le persone. Per questo UISP sia a livello Nazionale che Territoriale collabora con Istituzioni, Comuni, Regioni, Enti Pubblici e Privati per migliorare il benessere delle persone. Attraverso varie iniziative ha l’obiettivo di valorizzare le varie facce dello sport, da quello competitivo, dilettantistico, amatoriale e sociale. Collaboro con l’UISP dal 2017 ed insieme ad altri allenatori di calcio facciamo parte di un progetto chiamatosi “SPORTIVAMENTE”; il quale ci vede coinvolti con i ragazzi del carcere minorile di Nisida”.
Quanto riesce lo sport, il calcio in questo caso, a dare quei valori che magari questi ragazzi non avevano mai provato prima?
Il calcio in questo caso per quanto riguarda il progetto che ci vede coinvolti a Nisida è ancora di più un veicolo. E’ un vero e proprio portatore sano di unione, collaborazione, conoscenza, relazione, di sano agonismo nel pieno rispetto delle regole. Anche solo il saper accettare una sconfitta per una partitina persa, una gara di rigori o un torneo di calcio tennis; fare i complimenti agli amici vincitori è un segnale che questo sport ed il modo con il quale viene portato avanti il progetto aiuta a crescere, ad accettare il confronto ma soprattutto al concetto di fare SQUADRA! Lo dico spesso quando esco poi dall’isola, a volte basta veramente solo un PALLONE!”
Quanto è stato difficile per Voi e per i ragazzi vivere questa pandemia senza il calcio?
“Tanto, perché il periodo di fermo è stato veramente troppo lungo e non sapevamo realmente a cosa stavamo andando incontro. Oltre alla mancanza del calcio giocato ci è mancato l’essenza della vita sportiva e non, il contatto, il vedersi, il dialogare, semplicemente lo stare insieme. Ora sembra che questo periodaccio sia veramente lontano anche se dobbiamo stare comunque attenti. La voglia di riprendere a fare attività sportiva e giocare è ancora più grande e si percepisce un po’ ovunque!”
Ci racconta un aneddoto che ricorda con piacere?
“Più che un aneddoto perché ne sono veramente tanti, ogni giorno lì c’è un qualcosa che ti resta. Ricordo con immenso piacere una giornata un po’ prima del Covid; quando grazie alle Istituzioni, all’organizzazione UISP, alla Regione e al Direttore del carcere si è potuto organizzare un quadrangolare esternamente al carcere; il quale vedeva coinvolte squadre di Magistrati, Avvocati, ragazzi di un penitenziario minorile di Airola e i ragazzi di Nisida. Ricordo l’emozione di quella giornata, i pre-partita, i loro occhi e la soddisfazione di poter dimostrare un qualcosa!”
Qual è l’obiettivo che Alessandro si prefissa ogni giorno quando è a contatto con i ragazzi?
“L’obiettivo è quello di portare il buon esempio; è quello che cerco di trasmettere anche ai miei ragazzi della scuola calcio, ed è quello che porto a Nisida. Anche se ad ogni seduta di allenamento e non solo esco forse più arricchito io.”
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Intervista a cura di Antonio Pisciotta
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