Napoli: il centrocampo delle invenzioni. Milan: il centrocampo della crescita. Se facciamo lo stesso discorso delle difese e fondiamo i due reparti, avremo qualcosa di sensazionale. Come composizione sono simili, Napoli e Milan hanno un centrocampo a due e mezzo…: un mediano che un tempo sarebbe stato definito di “rottura”, Anguissa e Kessie, un regista ragionatore, Fabian Ruiz e Bennacer, e un trequartista che sostiene il lavoro dei due centrali, Zielinski e Brahim Diaz.
C’è una prima differenza, a favore del Milan: l’elemento aggiunto rossonero è Tonali, quello azzurro è Demme. E ce n’è una seconda, questa di natura tattica: Spalletti muove di continuo le posizioni di alcuni suoi interpreti, come Elmas e Zielinski, Pioli invece va sul consolidato, Kessie e Bennacer o Tonali occupano spazi frequentati da sempre e interpretano ruoli conosciuti da sempre, lo stesso fa Brahim Diaz, il giocatore nuovo di questo reparto. Nuovo per il modo in cui ha modificato il suo tipo di calcio. Un anno fa lo avremmo definito un trequartista molto tecnico, un uomo-assist con inserimenti improvvisi, leggero, pungente, ma poco propenso alla fatica della fase difensiva. In questa stagione l’ex madridista è cambiato, adesso va a recuperare palla come fosse un mediano, contro l’Atletico Madrid c’è riuscito due o tre volte, lo stesso è successo contro l’Atalanta. Il resto lo ha fatto la crescita di Tonali. Un anno fa sembrava che la maglia rossonera gli cadesse addosso come una tonaca di prete, adesso dentro quella maglia ci sta che è una bellezza. Sull’altro versante Spalletti ha caricato Fabian Ruiz di nuove e giuste responsabilità, causa l’infortunio di Demme gli ha consegnato le chiavi del gioco e lo spagnolo ha risposto alla sua maniera. Ultimo esempio: il lancio che Osimhen a Firenze ha trasformato in rigore.
Fonte: CdS