Napoli: 18 gol, due e mezzo a partita, secondo attacco del campionato, Osimhen miglior marcatore con 4 reti. Milan: 15 gol, poco più di due a partita, Brahim Diaz e Le ão migliori marcatori con 3 reti a testa, in attesa che si riaffacci Ibrahimovic e che riprenda quota Giroud. La ricchezza di due squadre che impongono il proprio marchio è diffusa ovunque, panchina compresa, ma in attacco probabilmente c’è il meglio.
Si parte da Victor Osimhen. Ha una corsa così leggera che sembra che i piedi sfiorino appena l’erba del campo, quando parte è imprendibile. Se in tutta la Serie A c’è un giocatore simile, per l’eleganza dei movimenti, per la grande tecnica in piena velocità, quel giocatore è del Milan e si chiama Le ão. Il nigeriano ha solo sei mesi più del milanista, ma a sua favore va una maggiore concretezza. In certi momenti, Le ão sembra non pienamente consapevole della sua forza. Quando lo sarà, diventerà un giocatore di livello mondiale.
Le ão non è al centro del Milan, Osimhen sì, è il risolutore del Napoli, la punta più avanzata che trova sponde di qualità assoluta in Insigne, Lozano, Politano, Zielinski, Elmas, Ounas e presto Mertens. E’ eccessivo dire che tutta la squadra giochi sempre in sua funzione, o meglio in funzione dei suoi gol, ma è così quando si aprono gli spazi come a Firenze o come a Leicester. Leão non ha ancora quella personalità, quella stessa sicurezza, ma Pioli lo sta spingendo sempre più su. Come tecnica pura, è superiore a Osimhen, ha una capacità straordinaria di travolgere l’avversario spostando di continuo la palla. L’attacco del Napoli e quello del Milan hanno qualità in abbondanza, possono godere degli spunti individuali dei rispettivi interpreti, con una differenza: il terzino sinistro di Spalletti è Mario Rui, quello di Pioli è Hernandez, che del terzino ha ben poco, è un attaccante pure lui.
Fonte: CdS