Fiorentina-Napoli: il campionato ora osserverà un turno di riposo per consentire alla Nazionale di Mancini di disputare le finali di National League.
La sfida di ieri pomeriggio al “Franchi” tra la nuova Fiorentina di Vincenzo Italiano e il Napoli di Luciano Spalletti si annunciava molto spettacolare per quanto fatto vedere in questo primo scorcio di stagione dalle due compagini. Ed è stata una partita sin da subito molto aperta, con punte di elevata spettacolarità e con i partenopei che si regalano il successo con un 2-1 esterno pesantissimo.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- La “briglia”: chi ha l’abitudine di leggere sui social il sottoscritto sa benissimo come io straveda per il tecnico della Fiorentina, da tre anni autore di risultati inequivocabili, e temessi questa sfida. E in effetti la Viola è stata autrice di una partita gagliarda, con un primo tempo in cui cercava di attirare gli attaccanti azzurri verso la propria area di rigore per poi rilanciare palla lunga. Vincere una partita del genere fa benissimo alla classifica e forse ancor di più all’autostima della squadra.
- La solita imbucata: col Cagliari in casa fu Anguissa a vedere Zielinski infilarsi nello spazio e servire Osimhen, stavolta è toccato a Fabian guardare con la coda dell’occhio il nigeriano infilarsi nello spazio e andare “coast to coast” sino a procurarsi il calcio di rigore. Due volte nelle ultime due partite si è riusciti a sfruttare questo fraseggio prima lento e che apparentemente sembrava innocuo e sterile, ma che improvvisamente si accende con verticalizzazioni che sanno fare molto male agli avversari. Ma non ditelo ai puristi del “tiki taka“.
- I tre squilli: che Lozano sia in crescita è un dato di fatto inequivocabile, perchè il messicano proprio come nella scorsa stagione anche se appare spesso fuori dal match, diventa improvvisamente mortifero come un cobra che decide da solo quando puntare la sua preda, in tre circostanze. La prima è una conclusione che serve per scuotere una squadra fin troppo passiva nei primi minuti, la seconda è la rete che vale il momentaneo pareggio, la terza è l’accelerazione di inizio ripresa che porta alla punizione del sorpasso.
- I trettrè: stavolta il riferimento non è al noto trio comico partenopeo che tanto successo ebbe negli anni 80′. In questo caso, come nelle migliori barzellette, c’era un polacco un toscano e un napoletano ma il risultato non ha fatto ridere proprio nessuno. Anzi questa pantomima ha prodotto la rete pesantissima di Rrhamani che vale i tre punti sul campo di una bella Fiorentina e la prosecuzione di un sogno del popolo popolo napoletano. Lucio il condottiero, da uomo scaltro e scafato, prova a sminuire l’esecuzione dello schema ma intanto si gode una squadra che ogni giorno diventa sempre più sua.
- Il “complesso” di inferiorità: era successo a Udine è ricapitato a Firenze ieri e sul calendario abbiamo cerchiato almeno altre quattro cinque trasferte pericolose. Purtroppo il becero esiste ovunque, ma quando in alcune piazze arrivano gli azzurri si scatena una (piccola?) parte della tifoseria che, abituata a tornare a casa con la coda tra le gambe in termini di risultati sportivi, sfoga tutta la sua frustrazione con cori contro la città partenopea o con ululati razzisti. Peccato perchè Commisso alla vigilia ci aveva provato a tenere buoni i suoi, consapevole che in quella città di Dante Alighieri è rimasta soltanto una statua e qualche manoscritto, certamente non la lingua…”Cari Koulibaly-Anguissa-Osimhen non vi curate di loro e portate a casa i tre punti..
Articolo a cura di Marco Lepore