Non è ancora una patata bollente perché oggi Meret capirà e si metterà in panchina senza fare il muso più lungo di quello che ha quasi sempre. Ma il vero rognoso ballottaggio che Spalletti dovrà gestire con le molle è quello in porta. C’è poco da fare. Certo, anche trovare posto e spazio per Mertens sarà un bel grattacapo quando il belga si sentirà al top, ma alla fine, vista la duttilità dell’attaccante, le soluzioni possono essere diverse. Qui è diverso. «Se ho due bravi, uno lo sposto di qualche metro e faccio giocare tutti e due. Ma se quelli bravi sono in porta, come faccio giocare l’altro?», spiega Spalletti. Insomma, siamo punto e a capo. Approfittando dell’infortunio di Meret, Ospina è riuscito a scalare la classifica di gradimento. E ha fatto quello che gli riesce meglio: rimettersi in gioco. D’altronde, non prende gol in campionato da 350′ (ha preso solo gol da Morata al 10′ di Napoli-Juve). E se questa estate i dubbi su chi fosse il titolare e chi la riserva erano praticamente zero (altrimenti il potente agente di Meret, Pastorello, era pronto a portarlo altrove), adesso i dubbi su quale sia la nuova gerarchia sono tanti. Anche perché, diciamolo, con lo Spartak Alex non ha incantato. E così Spalletti si ritrova davanti lo stesso destino dei suoi due predecessori: quello di dover scegliere tra Ospina e Meret. I due prima di lui, Ancelotti e Gattuso, di dubbi in realtà ne hanno avuto sempre pochi, perché dopo l’alternanza iniziale, la scelta è finita sempre sul colombiano. E adesso, Spalletti cosa farà?
Fonte e grafico (Il Mattino)