Ma nel calcio le certezze sono d’argilla: dopo un silenzio assai assordante, Aurelio De Laurentiis e Vincenzo Pisacane, il procuratore di Insigne, si sono incrociati casualmente (?) al «Maradona», proprio poco prima che cominciasse Napoli-Juve, e in quella serata divenuta poi gioiosa si sono semplicemente stretti la mano, avviando una chiacchierata amichevole, utile per rimuovere quelle distanze che sembravano incolmabili. È così che, volendo, si può (ri)cominciare a gettare le basi per un appuntamento che anche Corrado Ferlaino, a «La politica nel pallone» su Radio 1, si augura «perché Lorenzo è l’uomo in più della Nazionale e del Napoli e sono certo che De Laurentiis riuscirà a risolvere la questione». Il resto lo ha fatto Napoli, quella che va allo stadio, che inizia già nel riscaldamento a canticchiare «un capitano, c’è solo un capitano»; quell’abbraccio collettivo che ha colto a Udine o a Marassi, dopo averli afferrati a Castel di Sangro ma anche al «Maradona»; quel calore quasi inaspettato, dopo gli sbuffi del passato a ogni «tiraggiro» sbagliato che solletica l’umanissimo orgoglio di chi ha sempre e soltanto aspirato di «vincere qualcosa con questa maglia». Non gli sono bastate, ovviamente, due coppe Italia e una Supercoppa: dentro una casa più grande ci può stare un sogno ancora più grande.
Fonte: A. Giordano (CdS)