Napoli, è una cornice importante, non solo per il paesaggio e i vari monumenti, ma anche per come viene vista attraverso le fiction. Quest’ultimo aspetto ha davvero reso la città una cartolina importante, fatta di paesaggi e dall’amore che trasmette la sua gente. Di questo, ma anche lo sport in generale e il momento del Napoli, ilnapolionline.com ne ha parlato in un’intervista con lo scrittore Maurizio De Giovanni.
Per te è stato un 2021 importante. Dalla laurea onoris causa, passando alle fiction. Cosa ne pensi in merito? “Sono davvero contento, perché sono importanti riconoscimenti e l’avere tutti questi consensi mi fa piacere. Il merito va dato alla città di Napoli che come sempre dico, rende il tutto davvero spettacolare. Soddisfatto anche della Laurea Onoris causa, perché è un riconoscimento personale che mi ha riempito d’orgoglio a livello personale. Ringrazio il cast delle varie serie televisive, tra attori, registi, sceneggiatori, perché in queste circostanze il merito è di tutti, mai della singola persona”.
Cosa significa per te, leggere tanti commenti positivi sulla città di Napoli da parte di alcuni attori che non sono nati in Campania. “Sono ovviamente contento, perché Napoli è una città fantastica, però c’è un aspetto da sottolineare. Chi viene da noi leggi spesso di tanti pregiudizi e questo inevitabilmente li può condizionare nelle valutazioni. Io credo che chi conosce la nostra città sa perfettamente che siamo unici in tanti aspetti e vorrei che non ci fossero tanti preconcetti. Comunque sono contento del parere dei vari attori che interpretano le serie t.v. e che l’apprezzano in tante sfaccettature”.
Tra non molto purtroppo sarà un anno dalla morte di Maradona. C’è un aneddoto che ti lega in maniera particolare a lui? “Io vorrei parlare del Maradona uomo, perché il calciatore lo abbiamo conosciuto in tanti aspetti. Come hai detto tu, tra non molto sarà un anno dalla sua morte ed ha lasciato in tutti noi un vuoto incolmabile. Ti posso raccontare che in occasione di una serata al San Carlo, io lo incontrai e mi fece vedere una foto del suo nipotino. In quel momento lo vidi commosso quando me le fece vedere e credo che siano queste le immagini che ho in mente quando parlo del grande Diego e lo vorrei ricordare in queste maniera”.
Per lo sport italiano è stato un 2021 indimenticabile. Tutti questi trionfi come li leggi dall’esterno per il nostro paese? “Sono stati notti magiche, nel senso che tutti questi trionfi, hanno reso orgogliosi tutti gli sportivi. Dal successo dell’Italia all’Europeo, all’atletica leggera, passando per il mondiale vinto da Filippo Ganna. Senza dimenticare le para-olimpiadi, fino alla pallavolo. Tutti questi trionfi hanno reso orgogliosi l’Italia ed hanno fatto dimenticare davvero la pandemia che stiamo tutti combattendo da oltre un anno”.
Passando al Napoli, sono passate solo sei giornate, ma si sta vedendo al momento una squadra che gioca bene e mostra maturità. Te lo aspettavi? “Devo essere sincero, all’inizio ero scettico, perché chi mi conosce, avevo mosso delle critiche sull’organico e su come il club aveva agito sul mercato, Il Napoli fino ad ora sta dimostrando grande maturità, gioca un bel calcio ed ha una classifica davvero confortante. E’ vero che se vediamo fino ad ora il calendario delle gare giocate, non ci sono state sfide proibitive, però la squadra ha dato un segnale di forza. Hai 4 punti di vantaggio sull’Inter campione d’Italia e ben 10 sulla Juventus. Tra fine Dicembre e tutto Gennaio ci sarà la Coppa d’Africa, dove saranno impegnati ben 4 giocatori azzurri. Le nazionali per le quali giocano, potenzialmente possono fare molta strada, perciò bisognerà racimolare quanti più punti possibili fino a questi impegni. Nel frattempo conterà recuperare i vari: Lobotka, Demme, Mertens e Ghoulam per averli al top per quel periodo”.
Infine i tifosi tornano allo stadio, ma in alcuni casi c’è ancora il razzismo. Come si può sconfiggere questa piaga anche in periodo Covid? “L’hai detto è una piaga dalla quale le Istituzioni devono prendere un serio provvedimento. Gravissimo ancora sentire cori di discriminazione territoriale. Io credo che si deve arrivare ad una svolta, ovvero fermare la partita, uscire dal campo e dare il 3-0 a tavolino alla squadra ospitante. Se non si arriva a questo estremo difficilmente si faranno passi in avanti. In questi casi ci vuole coraggio e avere un aiuto dalle Istituzioni, altrimenti si resterà sempre a questo livello”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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