A. Giordano (CdS): “Se Lucio libera   il talento”

Il tecnico di Certaldo ha toccato le corde giuste dei suoi ragazzi

L’editoriale di Antonio Giordano sul CorrSport analizza il momento del Napoli di Luciano Spalletti partito davvero nel migliore dei modi:

“Mentre Napoli si stava ancora flagellando per aver visto la Champions League evaporare così, quasi non ci fosse un perché in quelle nove sconfitte e nei cinque pareggi precedenti al Verona, Luciano Spalletti non aveva (probabilmente) ancora percezione del lavoro che l’aspettava: con il mercato all’orizzonte, e il timore di doversi incatenare, la sua idea originaria sembrava fosse recintata nelle diagonali di passaggio, nelle coperture preventive, nei tagli e nelle sovrapposizioni, in un calcio da costruire ma aspettando che non accadesse niente, che restasse a sua disposizione quel Napoli lì, del quale era incantato. E invece, e l’avrebbe scoperto solo successivamente, la missione principale si nascondeva nel vittimismo a tanto al chilo di chi, il 23 maggio, dinnanzi al televisore, dimentico degli otto mesi precedenti, s’era messo a sospettare di congiure, rimanendo prigioniero di fantasmi.  

Le parole possono essere come pietre o può portarle via il vento, dipende dal livello comunicativo, però Spalletti ha inciso, e immediatamente, dialetticamente, ha provveduto a liberare l’aria di gratuite (ma pure gravi) allusioni e quando il Napoli ancora non era fatto, aspettando pure Anguissa, ha rifatto Napoli: l’ha contagiata di sano realismo, l’ha impregnata d’onestà intellettuale, l’ha ripulita delle scorie, l’ha arricchita d’ottimismo, le ha aperto il cuore e stasera si ritrova con circa ventimila spettatori a soffiargli alle spalle, per spingere la «sua» squadra oltre l’antica sindrome delle provinciali e cominciare a sistemare un po’ di distanza pure con l’Inter, la mezza Milano che ha rallentato. Spalletti ha fatto, ovviamente, anche altro, tutto ciò che rientra nelle sue dirette responsabilità, e non è un dettaglio aver contribuito a spogliare Rrahmani e Mario Rui delle rispettive paure o a sottolineare che Fabian Ruiz può starsene in un centrocampo a due davanti alla difesa e semmai inventarlo pure play basso per il 4-3-3 «perché conosce il calcio, è materia sua»; poi, nel mezzo, ci ha infilato gli schemi sulle palle inattive, le interpretazioni più varie delle partite nelle due fasi ed ha sfruttato le cinque sostituzioni, la personalissima nuova frontiera, per applicarsi su un nuovo metodo di turnover da applicare a partita in corso. Spalletti ha capito Napoli prim’ancora che Napoli lo conoscesse e ne apprezzasse la sua speciale forma di «normalizzazione» di chi trasforma un presunto incubo in un sogno da sognare. 

 

A. Giordano (Cds)

 

 

 

 

 

GiordanoNapoliSpalletti
Comments (0)
Add Comment