Victor prova a dire qualcosa in italiano ai suoi tifosi: “Ciao, sono Victor Osimhen. Forza Napoli sempre!”. Sorride, lui. Magari un po’ imbarazzato, perché per raccontarsi preferisce ancora l’inglese, ma tutto sommato nell’ultimo periodo sta utilizzando un linguaggio universale: quello del gol. «Sono molto felice di ripagare la fiducia di Spalletti: per me è una benedizione lavorare con un allenatore come lui».
L’URAGANO
E allora, l’uragano Osi. Una gazzella, una pantera, una calamità calcistica che sin dalla partita di Europa League con il Leicester si è abbattuta sugli avversari seminando scompiglio. E reti: 5 in una settimana precisa.
Da giovedì a giovedì: «Sono davvero soddisfatto e contento delle mie prestazioni: cominciare bene era molto importante, soprattutto alla luce dell’esperienza della stagione precedente. Sì: sono molto dispiaciuto per quello che è accaduto tra l’infortunio e il Covid». Già, ma è acqua passata. Proprio come l’espulsione rimediata alla prima con il Venezia, al Maradona: un brutto ricordo che Osimhen ha ormai cancellato con l’aiuto dei compagni e di un allenatore che sin da prima di conoscerlo, di incontrarlo materialmente, ha dimostrato di credere ciecamente nella sua forza e nelle sue capacità. «Spalletti mi sta dando tanta fiducia e questa cosa mi ha aiutato in questo periodo a migliorare e a fare bene: i gol sono il modo migliore per ripagarlo».
CHE INTESA
Due con il Leicester, uno con l’Udinese e altri due ieri. La seconda doppietta da quando gioca in Serie A, dopo quella rifilata allo Spezia un campionato fa. Ancora in Liguria: evidentemente una terra amica. Sì. Ma lui, Osi, continua a insistere sull’amico del cuore:
«Per me è un onore lavorare con un tecnico come Spalletti. E’ una benedizione: con gli attaccanti è uno specialista e poi mi aiuta sotto ogni aspetto. Anche dopo gli allenamenti: si ferma, parliamo e facciamo tanto insieme. Io e lui. Ora sono davvero felice».
Lo è anche il Napoli: Victor cresce di giorno in giorno. E’ partecipe, parla con i compagni, detta i movimenti. Un vero uomo squadra: «La comunicazione è molto importante con tutti: dai centrocampisti ai difensori, passando per il capitano. Per me il confronto è fondamentale sia in partita sia nel corso degli allenamenti: mi aiuta a capire quando devo salire a prendere il pallone e tutti gli altri movimenti». Intesa eccellente, non c’è che dire: lo raccontano i risultati, il rendimento personale e anche quello collettivo.
Soprattutto quello del gruppo: «Ripeto, sono felicissimo per quello che sto facendo io ma soprattutto per i risultati che stiamo conquistando tutti insieme». Come dargli torto.
F. Mandarini (Cds)