Spalletti: “Una squadra che sa dove vuole andare, ora occorre continuare”

Avvio di stagione da incorniciare, quello del Napoli e Spalletti ne è senza dubbio l’artefice principale. Si dice che l’apporto di un tecnico ad una squadra di calcio, non vada oltre il 20-25%. Si vede che nel caso del tecnico azzurro, la percentuale incide tutta. Una serata magica quella di ieri chiusa con l’abbraccio nel dopo partita di sua figlia («Mia figlia aveva la maglia di Osimhen? L’ha scelta da sola, non gliela ho consigliata io»).
Come giudica questo poker a Udine? «C’erano stati segnali importanti contro il Leicester. Si è vista una squadra vera in campo. I calciatori hanno determinato con le proprie giocate che fanno la differenza: se alla base di tutto c’è la squadra arrivano prestazioni come questa di Udine».
Koulibaly e Fabian Ruiz i migliori del Napoli? «Possono essere valutazioni corrette. Kalidou quando va in attacco poi crea danni ogni volta con la sua grande personalità. Noi in squadra abbiamo un capitano Insigne e un comandante Koulibaly, un giocatore perfetto per partite come quelle di Leicester e questa contro l’Udinese. Fabian si è ammorbidito sul 3-0, ma fino a quel momento ha mosso il pallone come solo chi ha la sua classe ed è padrone del ruolo».
Stupito dai pochi gol subiti finora? «Dipende da come costruisci il fatto di difenderti. Ad inizio partita l’Udinese è stata minacciosa diverse volte: noi ci siamo abbassati e non riuscivamo a prendere possesso del gioco. Passati quei 20 minuti è stato tutto più facile».
La migliore partenza della sua carriera? «In un ambiente come quello di Napoli, dove i tifosi si alimentano del bel gioco della squadra ti senti assediato dall’amore. Questo da una mano importante, il grande amore della nostra città ci trascina e ci aiuta a essere più reattivi e più fantasiosi e si possono fare dei buoni risultati. Poi sul piano statistico mi pare mi sia già successo, ma se non ci costruisci un futuro serve a poco. I ragazzi hanno fatto una grande partita, da squadra che sa dove vuole andare».
Come valutare i dieci punti di vantaggio sulla Juventus? «Il nostro riferimento non sono le altre squadre, ma la storia di questo club è che ha vinto il campionato in passato. La Juventus è rimasta dietro ma ha lo spessore e la forza della rosa per rimettere le cose a posto. Il Milan è quella che ha fatto vedere di avere mantenuto le conoscenze dello scorso anno. L’Inter ha rimesso calciatori forti anche se sono partiti dei colossi. Aggiungo alle solite sette anche la Fiorentina che finora ha giocato davvero bene e si può inserire nell’alta classifica. Il campionato è appena iniziato, c’è tanta strada da fare, bisogna stare sul pezzo e ci vuole un’assenza assoluta di presunzione».
Come ci si sente da prima della classe «Per noi cambia poco quella che è la posizione, conta molto l’atteggiamento da squadra e il calcio che gioca: se non giochi un buon calcio e non hai una testa solida diventa difficile nel nostro campionato andare a fare certi discorsi. Quello che ha fatto vedere la squadra è un buon segnale, se riusciremo a dargli seguito allora si possono andare a fare anche discorsi differenti».
Napoli che ha dimostrato una grande mentalità a Udine. «C’era da sfruttare questa occasione, il pallone come la vita ogni tanto ti dà delle occasioni e se tu riesci a sfruttarle hai quel piccolo vantaggio che quotidianamente la vita mette in palio: è un’addizione di piccole cose da portare dalla tua parte che crea il grande presupposto. Stiamo lavorando nella maniera corretta, ho una squadra forte di ragazzi seri».

R. Ventre Il Mattino

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