La metamorfosi in nome del calcio. Sì, diciamola bene: non è che ci fossero chissà quanti presupposti tecnico-tattici per scagliarsi contro la scelta di puntare sul signor Luciano per il dopo Gattuso, ma oggi a scandire i ritmi della vita ci sono anche la tivvù e i social e così capita di incappare in strane situazioni. E strana, anzi molto bizzarra era la diffidenza che la maggioranza del popolo azzurro mostrava nei suoi confronti prima ancora di mettere piede in campo; discorsi da bar dello sport o da social network, appunto, e dunque le medesime piazze che oggi esplodono di consensi, applausi e anche standing ovation. Al nuovo allenatore è bastato cominciare a giocarle, per dimostrare come si sta in panchina e come si gestiscono le difficoltà in corsa; è bastato metterci la logica e la sagacia tattica; la sua esperienza e il suo mestiere per creare un Napoli in grado di lottare fino all’ultimo senza perdere la testa. E’ bastato battere Venezia, Genoa e Juve indovinando i cambi e le mosse, sistematicamente, e poi agganciare in rimonta con le stesse modalità anche il Leicester in Europa League. Sul 2-0 per gli inglesi: una partita e un’impresa di carattere che l’hanno consacrato definitivamente nel cuore azzurro della gente.
Fonte: F. Mandarini (CdS)