S e fosse stato un film, l’avrebbero inserito di diritto nel ciclo «i bellissimi». E se fosse stato un libro, e vabbè, magari si sarebbe intrufolato nella cinquina del premio «Strega». Se fosse stata una canzone, beh, magari avrebbero scomodato Renato Zero, con «più su». E invece è stata semplicemente un «bellissima» doppietta che ha stregato l’Europa del calcio che trascina su, «sempre più su», Victor Osimhen e lo sistema nelle copertine di questo macrocosmo, ma mica come un uomo qualsiasi. Se facesse un altro sport, e con quel fisico potrebbe permetterselo, Osimhen potrebbe darsi all’atletica leggera, salto in alto, come un Tamberi «qualunque», dunque un uomo da medaglia d’oro, o come l’erede designato di Cristiano Ronaldo, che a Marassi è arrivato ad issarsi fino a 2,62, rimanendo ovviamente sospeso nell’aria per il terzo tempo, e che non avrebbe mai sospettato di avere un parente prossimo, un giovanotto nigeriano, capace di arrivare soltanto dieci centimetri più in basso, ma di fare la stessa cosa e poi contro Schmeichel, mica uno qualsiasi. VO9 è un altro marchio di fabbrica del gol, candidato immediatamente come calciatore della prima giornata di Europa League e come autore del gol più bello, con quella sua danza in area, volteggiando alla Mbappé con parabole perfide e pallonetti: niente male per (ri)cominciare.
Fonte: CdS